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E domani - Anna Lussignoli

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l’alcool scorresse nelle mie vene al posto del sangue. Volevo dimenticare<br />

oppure ricordare meglio me stessa. Volevo gesticolare in modo<br />

confuso in un italo-inglese provinciale. Volevo buttarmi tra i corpi<br />

sudati che ancheggiavano a ritmo R&B e non pensare che quello non<br />

era il suono della mia cultura, perché ogni cultura volevo fosse mia.<br />

La mescolanza dei ritmi mi risuonava dentro, mentre la mia testa si<br />

faceva leggera. Non mi volevo accontentare. Meglio sentire che non<br />

ne avevo abbastanza: del rumore, delle persone, della musica.<br />

Qualche voce soffusa intorno:<br />

“Miriam come stai? Sicura di non aver bevuto troppo?”<br />

“Miriam andiamo a sederci là?”<br />

“Miriam l’hai visto quello?”<br />

“Miriam… dove vai?”<br />

Tentavo di rispondere, ma le parole non uscivano dalla mia bocca.<br />

Dopo qualche minuto mi ritrovai a parlare con un italiano trapiantato<br />

in California per il desiderio di diventare anchorman. Mi chiedevo<br />

come fosse possibile che gli italiani all’estero si attraessero come<br />

calamite. Il locale era grande e superaffollato eppure io ero riuscita<br />

a finire su un divano con questo ragazzetto ventiduenne di Napoli.<br />

Lui cominciò a parlarmi di corsi di recitazione e più mi parlava più<br />

si avvicinava al mio orecchio e più con il braccio s’insinuava vicino<br />

alla mia spalla nuda. Diventava ampio velocemente davanti a me e<br />

bramava di occupare tutto il mio spazio percettivo. Se distoglievo lo<br />

sguardo richiamava la mia attenzione sul suo egocentrismo, come un<br />

narciso primitivo si faceva ammirare, ma la mia mente era già altrove,<br />

mi alzai e lui mi seguì. Pretese un ballo con me. Dico pretese, perché<br />

non mi lasciò l’alternativa di un no. Volammo in mezzo alla sala e ci<br />

perdemmo tra le braccia svestite e le gambe scoperte degli altri ballerini.<br />

Lui si strusciava esplicitamente a me, il suo corpo invitava il mio<br />

ad un party privato. Ero disgustata, ma l’alcool in corpo mi toglieva<br />

la forza di reagire, così appoggiavo la testa sul petto muscoloso del<br />

mio connazionale. Tutti si dimenavano come burattini a ritmo ed io<br />

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