E domani - Anna Lussignoli

XVI
Avvolgevo i boccoli di Giulia tra le dita cercando di dare loro una
forma naturale e vaporosa. Giulia voleva essere più bella e, oltre ad
accentuare le vene dorate del carattere, m’impegnava a volumizzarle
i riccioli.
“Miriam, tu credi che le linee del mio passato un giorno si congiungeranno
ad un senso compiuto? Credi che esista un senso alla nostra
fuga psicologica? L’abbandono di ciò che eravamo?”
“Giulia, sei sempre stata tu quella delle risposte. Quando come su un
antico peritato greco mi hai proposto l’alternativa, l’intendevi come
una fuga o sbaglio?”
“No… mesi fa l’amore per il viaggio mi ha vinta. Feci pochi calcoli
sul futuro. Solo il dolore del passato che mi stava abbandonando mi
convinse”.
Mi avvicinai a lei. Mi feci parte di lei, ombra di lei. In effetti le
nostre ombre si sovrapposero e da due diventarono una soltanto.
Riproposi:
“Che cosa ti catturò, ti convinse a intraprendere questo strano e surreale
viaggio in una terra che per noi rimane ancora senza nome?”
Giulia inclinò il capo, lo depose sul palmo a calice delle mani. Soffiò
via un filo di polvere. Odiava lo sporco e anche il disordine.
Sospirò. Accese una candela. Rimirò l’atmosfera mutata della stanza
e inizio il suo perché.
131