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Contratto e impresa - Cedam

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SAGGI 683<br />

Quelle caratteristiche del giudizio di nullità per abusività della clausola<br />

si illuminano di una luce diversa qualora si consideri che oggetto del<br />

giudizio non è la violazione di una norma imperativa ma la deroga irragionevole<br />

(e dunque, finché ragionevole, anche permessa) al diritto dispositivo.<br />

Giova infatti ribadire che la nullità delle clausole abusive è causata<br />

non dal contrasto tra il regolamento pattizio e i valori superiori dell’ordinamento<br />

(secondo la logica tradizionale della illiceità: cfr. gli artt. 1343 ss.<br />

c.c.), ma dall’abuso della libertà contrattuale consumato dall’<strong>impresa</strong> predisponente<br />

a nocumento del consumatore aderente e in offesa alla concorrenzialità<br />

del mercato. Non si tratta pertanto, in questo settore, di<br />

escludere l’esercizio della libertà contrattuale, ma di controllarlo nella razionalità,<br />

così da scongiurare che con movimento suicida la libertà (di una<br />

parte) si affermi in pregiudizio di se stessa (di quella stessa libertà in capo<br />

all’altra) ( 26 ).<br />

A fronte delle esigenze oggettive di razionalizzazione degli scambi seriali<br />

e a fronte della liceità di principio della deroga al diritto dispositivo,<br />

spetta al giudice di verificare se tale deroga sia nel caso concreto effettivamente<br />

funzionale a quella razionalizzazione; e dunque se il predisponente<br />

nella sua determinazione razionalizzi l’attività d’<strong>impresa</strong> o invece strumentalizzi<br />

la possibilità della predisposizione per confezionare regolamenti<br />

irragionevolmente squilibrati ( 27 ).<br />

In questo giudizio il diritto dispositivo funziona non da elemento di raffronto<br />

rispetto alla regola contrattuale, come accade per le norme imperative,<br />

rispetto alla quali il contratto o è conforme o è in contrasto ma – molto<br />

diversamente – (e come insegna l’esperienza tedesca) da base di valutazione<br />

(Wertungsgrundlage) ( 28 ) e dunque da parametro per il giudice ( 29 ). Lad-<br />

( 26 ) Cfr., in generale, Reinhardt, Die Vereinigung subjektiver und objektiver Gestaltungskräfte<br />

im Vertrage, in Festschift zum 70. Geburtstag von W. Schmidt-Rimpler, Karlsruhe, 1957,<br />

p. 133; Auer, Die richterliche Korrektur von Standardverträgen, Bern, 1964, p. 9; v. anche Di<br />

Marzio, Abuso nella concessione del credito, Napoli, 2004, p. 214 s.<br />

( 27 ) La verifica sulla deroga al diritto dispositivo nei contratti per adesione si svolge dunque<br />

all’interno della ragione giustificativa che la permette. La deroga abusiva, che strumentalizza<br />

la finalità della razionalizzazione degli scambi all’obbiettivo della vessazione dell’aderente,<br />

è non solo abusiva ma anche (e per ciò stesso) irrazionale. Più in generale, sul criterio<br />

della razionalità dell’azione quale standard valutativo dell’esercizio del diritto ai fini<br />

del giudizio di abusività, cfr. Di Marzio, Abuso nella concessione del credito, cit., p. 114 ss.<br />

( 28 ) Cfr., per es., Weber, Die Allgemeinen Geshäftsbedingungen, Berlin, 1967, p. 385, e,<br />

oggi, il § 307, II, BGB, secondo cui lo svantaggio contrattuale dell’aderente al contratto seriale<br />

va supposto se tale clausola non è compatibile con principi fondamentali della regolamentazione<br />

legale che ha derogato (nella nostra dottrina, si possono rileggere le pagine di<br />

De Nova, Il tipo contrattuale, Padova, 1974, p. 157 ss.).<br />

( 29 ) Cfr. le osservazioni di Di Majo, Il controllo giudiziale delle condizioni generali di

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