Contratto e impresa - Cedam

750 CONTRATTO E IMPRESA
azioni, in assenza di specifiche indicazioni da parte dell’art. 2355 c.c., soggetto
alle regole generali in materia di cessione del contratto ( 17 ). La possibilità
di ricondurre il trasferimento della partecipazione alla cessione del
contratto è stata, del resto, evidenziata da autorevole dottrina ( 18).
Questa impostazione pare preferibile perché non solleva i problemi di
ordine sistematico (ma non solo) derivanti dall’accoglimento di una delle
diverse opinioni già esaminate. Il costante richiamo al limite della compatibilità
entro il quale può venire in rilievo la disciplina della cessione del
contratto elimina, inoltre, la rilevante contraddizione che deriverebbe dal
reputare necessario il consenso del contraente ceduto (la società) ( 19 ). Tuttavia,
sotto un profilo operativo, ed in particolare per quanto attiene alla
forma del negozio di cessione, questa ricostruzione deve essere attentamente
esaminata.
Il problema della forma che il negozio traslativo deve rivestire diviene,
infatti, un problema di forma del negozio di cessione del contratto, come
( 17 ) Formica, Le novità della disciplina azionaria, cit., p. 164; Bocca, sub 2346, cit., p.
221, richiamando gli artt. 1406 ss. c.c. in quanto applicabili, Vattermoli, sub 2355, in La
riforma delle società, a cura di Sandulli e Santoro, Torino, 2003, p. 168; Campobasso, La
riforma delle società di capitali e delle cooperative, Torino, 2003, p. 58; Penco, La circolazione
dei titoli azionari si rinnova con la Riforma, in Amm. e fin., 2003, p. 58, nonché, a quanto
pare, Santosuosso, La riforma del diritto societario, Milano, 2003, p. 65, che reputa sottoposto
ai principi della cessione l’acquisto della titolarità della partecipazione erga omnes.
( 18 ) Vedi Galgano, Il negozio giuridico, in Tratt. dir. civ. e comm., diretto da Cicu e Messineo,
continuato da Schlesinger, Milano, 2002, p. 211 s.; Ferrara jr. - Corsi, Gli imprenditori
e le società, Milano, 2001, p. 405; d’Alessandro, Scritti, vol. I, Milano, 1997, p. 15;
Taurini, Natura e forma del contratto di cessione delle azioni, in Società, 1994, p. 877 ivi p.
882; De Ferra, La circolazione delle partecipazioni azionarie, Milano, 1964, p. 21; Santini,
Società a responsabilità limitata, cit., p. 83; De Martini, Effetti e limiti legali e statutari nella
circolazione delle partecipazioni sociali, in Riv. dir. comm., 1954, II, p. 422 ivi p. 431; Ascarelli,
Sui limiti statutari alla circolazione delle partecipazioni azionarie, in Banca, borsa, tit.
cred., 1953, I, p. 281 ivi p. 298; Id., Ancora in tema di limiti alla circolabilità delle partecipazioni
azionarie, in Giust. civ., 1955, I, p. 437 ivi p. 440. Contra Rivolta, La partecipazione sociale,
Milano, 1965, p. 275 ss.; Messineo, Nullità e inefficacia relativa della clausola di gradimento
nell’acquisto di azioni, in Riv. soc., 1962, p. 533 ivi p. 544, che nega l’esattezza del richiamo
alla cessione del contratto non essendo quello di società un contratto a prestazioni
corrispettive, S. de Luca, Sul conflitto fra due acquirenti della stessa partecipazione azionaria,
in Giur. merito, 1971, p. 373 ivi p. 374; Gatti, L’iscrizione, cit., p. 17 s., osservando che non
si possono reputare manifestazioni di volontà né la richiesta di annotazione sul libro soci
né l’annotazione stessa.
( 19 ) Alcuni autori individuano nel trasferimento della quota un caso di cessione del
contratto particolare perché previamente consentita dal contraente ceduto: De Martini,
Effetti e limiti, cit., p. 434, e Santini, Natura e vicende della quota di società a responsabilità
limitata, in Riv. dir. civ., 1962, I, p. 442 ivi p. 465.