Contratto e impresa - Cedam

SAGGI 695
Nella materia della nullità la regola della sostituzione della clausola in
violazione della norma imperativa è posta dall’art. 1419, comma 2°, c.c.:
che opportunamente ( 71 ) chiarisce come la sostituzione operi anche all’interno
di un contratto che per la parte da sostituirsi è nullo ( 72). Del resto,
pur essendo indubitabile che l’interpolazione contrattuale a mezzo della
norma imperativa avviene anche se le parti non hanno previsto nulla sull’oggetto
della norma imperativa, tuttavia è altrettanto certo che, allorché
le parti abbiano previsto una clausola dal contenuto diverso, hanno violato
la norma sostitutiva – che in quanto ad applicazione necessaria deve ritenersi
di ordine pubblico – incorrendo pertanto nella nullità (artt. 1339,
1418, comma 1° e 1419, comma 2°, c.c.) ( 73 ).
guatamente il citato cambio di paradigma contribuisce a spiegare gli opposti eccessi registrabili,
da un lato, nella tendenza a estendere oltremodo la portata dell’art. 1374 c.c. (cfr. il
par. precedente) e, dall’altro, nella tendenza a negare la natura contrattuale all’atto imperativamente
interpolato. A tale ultimo riguardo, scrive incisivamente Sacco, in Sacco e De
Nova, Il contratto, cit., p. 407: « coloro che ritengono esagerata la posizione che si suol fare
all’autonomia nella definizione del contratto pongono troppa attenzione al regime delle responsabilità
contrattuali, alle norme protettive del lavoratore, ai prezzi calmierati, alle leggi
agrarie: cioè alle norme applicabili a tutti i contratti di un tipo o di un sottotipo dati; e non
ne pongono abbastanza al contenuto concreto dei contratti, in cui sono fissati il colore della
merce, la qualità delle cose, l’identità dell’oggetto, la garanzia di rendimento, e cento e
cento altre cose. Legge usi equità non stabiliscono mai, in concreto, il colore del tessuto
ch’io compro, né i confini del fondo locato; e l’oste si rivolgerebbe invano alla costituzione,
per sapere se deve fornire al cliente lambrusco o verdicchio ».
( 71 ) Così Mirabelli, Dei contratti in generale, cit., p. 388.
( 72 ) Cfr., tra gli studi risalenti, P. Barcellona, Intervento statale e autonomia privata,
Milano, 1969, p. 155 ss.; Saracini, Nullità e sostituzione di clausole contrattuali, Milano,
1971, p. 103 ss.; Casella, Nullità parziale e inserzione automatica di clausole, cit., p. 100 ss.;
D’Antonio, La modificazione legislativa del regolamento negoziale, Padova, 1974, p. 172 ss.;
più di recente, G. Gabrielli, Norma imperativa e integrazione del contratto, in questa rivista,
1993, p. 505 s.; A. Patti e S. Patti, Responsabilità precontrattuale e contratti standard, Artt.
1337-1342, in Il Codice Civile. Commentario, diretto da Schlesinger, Milano, 1993, p. 268;
Franzoni, Degli effetti del contratto, II, Integrazione del contratto. Suoi effetti reali e obbligatori.
Artt. 1374-1381, in Il Codice Civile. Commentario, diretto da Schlesinger, Milano, 1999,
p. 20 ss.; Galgano, Diritto civile e commerciale, II, 1, Padova, 2004, p. 418; da ultimo, Riccio,
Inserzione automatica di clausole e invalidità delle clausole difformi, in questa rivista,
2005, p. 63 ss. Per una rassegna critica delle diverse opinioni dottrinali e degli arresti giurisprudenziali
sul rapporto che intercorre tra art. 1339 e art. 1419, comma 2°, c.c. cfr., oltre all’aggiornato
lavoro di Riccio, Di Marzio, La nullità del contratto, Padova, 1999, p. 447 ss.
( 73 ) Cfr. Di Marzio, La nullità del contratto, cit., p. 455. Per comprendere l’ostilità mostrata
dalla dottrina tradizionale rispetto alla innovazione dell’art. 1339 c.c. non credo irrilevante
sottolineare che la norma imperativa sostitutiva esprime una natura non proibitiva
ma precettiva: invece che disporre un divieto, impone un obbligo positivo. In tal modo,