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Untitled - La politica, piu di ogni altro settore della societa...

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sentito <strong>di</strong>re che Dio è un occhio, un orecchio e una lingua, È la mia conclusione, se Dio<br />

non lo fosse, non sarebbe Dio, E per quale motivo cre<strong>di</strong> che Dio sia un occhio e un<br />

orecchio e non due occhi e due orecchie come ce li abbiamo tu e io, Affinché un<br />

occhio non inganni l’<strong>altro</strong> e un orecchio l’<strong>altro</strong> orecchio, per la lingua non c’è bisogno,<br />

è una sola, Anche la lingua degli uomini è duplice, serve tanto alla verità quanto alla<br />

menzogna, A Dio non è permesso mentire, Chi glielo impe<strong>di</strong>sce, Lo stesso Dio,<br />

altrimenti si negherebbe da solo, L’hai già visto, Chi, Dio, C’è chi l’ha visto e l’ha<br />

annunciato. L’uomo rimase in silenzio a osservare il ragazzo, come se vi cercasse dei<br />

lineamenti conosciuti, e poi <strong>di</strong>sse, Sì, è giusto, c’è chi ha ritenuto <strong>di</strong> vederlo. Fece una<br />

pausa e poi proseguì, adesso con un sorriso malizioso, Ancora non mi hai risposto, A<br />

cosa, Se ti trovavi male coi tuoi genitori, Me ne sono andato da casa perché volevo<br />

conoscere il mondo, <strong>La</strong> tua lingua conosce l’arte <strong>di</strong> mentire, ragazzo, ma io so bene<br />

chi sei, sei nato da un falegname chiamato Giuseppe e da una cardatrice <strong>di</strong> lana<br />

chiamata Maria, Come lo sai, Un giorno l’ho saputo e non l’ho <strong>di</strong>menticato, Spiegati<br />

meglio, Sono pastore, da tanti anni sono qui con le mie pecore e le mie capre, e il<br />

becco e il montone, casualmente mi trovavo da queste parti quando sei venuto al<br />

mondo, ed ero nei pressi anche quando vennero a uccidere i bambini <strong>di</strong> Betlemme, ti<br />

conosco da sempre, come ve<strong>di</strong>. Gesù guardò l’uomo con timore e domandò, Qual è il<br />

tuo nome, Per le mie pecore non ho nome, Io non sono una delle tue pecore, Chissà,<br />

Dimmi come ti chiami, Se t’interessa tanto darmi un nome, chiamami Pastore, è<br />

quanto basta per avermi, se mi chiamerai, Vuoi portarmi con te, come aiutante, Stavo<br />

aspettando che me lo chiedessi, E allora, Ti accolgo nel mio gregge. L’uomo si alzò,<br />

prese la torcia e uscì all’aria aperta. Gesù lo seguì. Era notte fonda, la luna non era<br />

ancora sorta. Radunate all’ingresso <strong>della</strong> grotta, senz’<strong>altro</strong> rumore che non il tintinnio<br />

<strong>di</strong> alcuni campanelli, le pecore e le capre, tranquille, sembravano in attesa che si<br />

concludesse la chiacchierata fra il loro pastore e il nuovo aiutante. L’uomo sollevò la<br />

torcia per mostrare le teste nere delle capre, i musetti biancastri delle pecore, alcune<br />

dai lombi magri e sudati, altre dalle groppe arrotondate e lanose, e <strong>di</strong>sse, Questo è il<br />

mio gregge, bada <strong>di</strong> non perdere neppure uno <strong>di</strong> questi animali. Seduti all’imbocco<br />

<strong>della</strong> caverna, alla luce tremolante <strong>della</strong> torcia, Gesù e il pastore mangiarono del<br />

formaggio e del pane duro delle bisacce. Poi il pastore entrò e prese il bastone nuovo,<br />

quello che aveva ancora la corteccia. Accese un falò e, a poco a poco, muovendolo<br />

abilmente tra le fiamme, ne bruciò la scorza, che poi strappò a lunghe strisce, e infine<br />

ne allisciò rozzamente i no<strong>di</strong>. Lo lasciò raffreddare per un po’ e quin<strong>di</strong> lo rimise sopra<br />

il fuoco, adesso muovendolo più in fretta, senza dar tempo alle fiamme <strong>di</strong> bruciarlo,<br />

cosicché si scurisse e si rafforzasse l’epidermide del legno, come se su quel giovane<br />

virgulto si fossero anticipati gli anni. Finito il lavoro, <strong>di</strong>sse, Ecco qui, forte e dritto, il<br />

tuo bastone da pastore, è il tuo terzo braccio. Benché non fosse <strong>di</strong> mani delicate,

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