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Untitled - La politica, piu di ogni altro settore della societa...

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che il giovane capisse che stava forse per accadergli qualcosa <strong>di</strong> favorevole, gli<br />

brillarono gli occhi, ma non riuscì a rivolgergli neppure una domanda perché<br />

Giuseppe si era allontanato, voleva riprendere l’animale, portarlo dentro, sia<br />

benedetto il Signore che riesce a mettere in testa agli uomini delle idee così<br />

eccellenti. L’asino non c’era più. Della sua presenza era rimasto solo un pezzetto <strong>di</strong><br />

corda legato alla stanga, il ladro non aveva perso tempo a sciogliere quel semplice<br />

nodo, con un coltello affilato aveva sistemato <strong>ogni</strong> cosa molto più in fretta.<br />

Le forze <strong>di</strong> Giuseppe cedettero <strong>di</strong> schianto <strong>di</strong> fronte a quel <strong>di</strong>sastro. Come un<br />

vitello fulminato, tali e quali li aveva visti sacrificare al Tempio, cadde in ginocchio e,<br />

con le mani sul viso, scoppiò a piangere tutte le lacrime che da tre<strong>di</strong>ci anni andava<br />

accumulando in attesa del giorno in cui avrebbe potuto perdonarsi o avrebbe dovuto<br />

affrontare la condanna definitiva. Dio non perdona i peccati che or<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />

commettere. Giuseppe non rientrò nel deposito, aveva capito che il significato del suo<br />

gesto era ormai perduto per sempre, e il mondo, neppure il mondo, aveva più senso,<br />

stava sorgendo il sole, e a che pro, Signore, c’erano mille nuvolette nel cielo,<br />

sparpagliate in <strong>ogni</strong> <strong>di</strong>rezione, come sassi nel deserto. Vedendolo lì, ad asciugarsi le<br />

lacrime con la manica <strong>della</strong> tunica, chiunque avrebbe pensato che gli fosse morto un<br />

parente tra i ricoverati nel deposito, mentre Giuseppe, certo, stava piangendo le sue<br />

ultime lacrime naturali, quelle del dolore per la vita. Quando, dopo aver vagato per<br />

oltre un’ora, ancora con un filo <strong>di</strong> speranza <strong>di</strong> ritrovare l’animale rubato, si accingeva<br />

a fare ritorno a Nazaret, lo presero i soldati romani che avevano circondato Sefforis.<br />

Gli domandarono chi era, Sono Giuseppe, figlio <strong>di</strong> Eli, da dove veniva, Da Nazaret, e<br />

dove andava, A Nazaret, cosa faceva a Sefforis, Mi hanno detto che c’era un mio<br />

vicino, chi era quel vicino, Anania, e lo aveva trovato, Sì, dove lo aveva trovato, In un<br />

deposito, in mezzo ad altri, altri chi, Feriti, e dove in città, Là. Lo portarono in una<br />

piazza dove c’erano altri uomini, do<strong>di</strong>ci, quin<strong>di</strong>ci, seduti per terra, alcuni visibilmente<br />

feriti, e gli <strong>di</strong>ssero, Sie<strong>di</strong>ti là. Giuseppe, intuendo che quegli uomini erano dei ribelli,<br />

protestò, Io sono un falegname e un uomo pacifico, e uno degli uomini seduti<br />

aggiunse, Non lo conosciamo, ma il sergente che comandava la squadra <strong>di</strong><br />

sorveglianza dei prigionieri non volle saperne, con un urtone spinse Giuseppe in<br />

mezzo agli altri, Ti muoverai da lì solo per andare a morte. In un primo momento, il<br />

duplice colpo, <strong>della</strong> caduta e <strong>della</strong> sentenza, lasciò Giuseppe come svuotato. Poi,<br />

quando si riprese, si rese conto <strong>di</strong> avere dentro una grande tranquillità, come se tutto<br />

fosse un brutto sogno dal quale era certo <strong>di</strong> risvegliarsi e, quin<strong>di</strong>, non valesse la pena<br />

<strong>di</strong> tormentarsi per quelle minacce, perché sarebbero svanite appena aperti gli occhi.<br />

Si rammentò allora che, anche quando sognava la strada <strong>di</strong> Betlemme, era sicuro <strong>di</strong><br />

svegliarsi, eppure, all’improvviso, cominciò a tremare, finalmente gli si era chiarito, e<br />

crudamente, il destino che lo aspettava, Morirò, e morirò innocente. Sentì una mano

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