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Untitled - La politica, piu di ogni altro settore della societa...

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anche se cogliere la <strong>di</strong>fferenza non era facile per chi non fosse informato sul <strong>di</strong>segno,<br />

sul numero e sulla <strong>di</strong>sposizione dei gra<strong>di</strong>, a forma <strong>di</strong> stelle, barre o greche, come al<br />

solito. Le parole, <strong>di</strong> cui confusamente era arrivato il suono alle orecchie <strong>di</strong> Giuseppe,<br />

dovevano essere una domanda, sul tipo, E a che ora sarà, visto che il subalterno stava<br />

<strong>di</strong>cendo, adesso chiaramente in tono <strong>di</strong> risposta, All’inizio dell’ora terza, quando tutti<br />

saranno ormai rincasati, e uno dei due domandò, In quanti andremo, Ancora non lo<br />

so, ma saremo abbastanza per circondare il paese, E quin<strong>di</strong> l’or<strong>di</strong>ne è <strong>di</strong> ucciderli<br />

tutti, Tutti no, solo i minori <strong>di</strong> tre anni, Fra due e quattro anni, sarà <strong>di</strong>fficile sapere la<br />

loro vera età, E quanti ce ne sarebbero, chiese il secondo soldato, In base al<br />

censimento, ha detto il capo che ce ne saranno all’incirca venticinque. Giuseppe<br />

aveva gli occhi spalancati, come se il significato <strong>di</strong> quello che sentiva potesse entrarvi<br />

dentro, più che attraverso le orecchie, gli tremava tutto il corpo, perlomeno era<br />

chiaro ed evidente che quei soldati stavano parlando <strong>di</strong> andare a uccidere delle<br />

persone, Persone, quali persone, si interrogava dentro <strong>di</strong> sé, <strong>di</strong>sorientato,<br />

tormentato. No, non erano persone, o forse sì, persone davvero, ma bambini, Quelli<br />

minori <strong>di</strong> tre anni, aveva detto il caporale, o forse era un sergente, o un furiere, E<br />

dove, dove succederà, Giuseppe non poteva mica sporgersi dal muro e domandare,<br />

Dov’è la guerra, ragazzi, adesso era in un bagno <strong>di</strong> sudore, gli traballavano le gambe,<br />

e in quell’istante si udì nuovamente la voce del subalterno, ma con un tono serio e,<br />

insieme, sollevato, Per fortuna nostra e dei nostri figli non viviamo a Betlemme, E si<br />

conosce già il motivo per cui ci fanno uccidere i bambini <strong>di</strong> Betlemme, domandò un<br />

soldato, Il capo non me l’ha detto, credo che non lo sappia neanche lui, è un or<strong>di</strong>ne<br />

del re, e basta. L’<strong>altro</strong> soldato, tracciando una linea per terra con la punta <strong>della</strong> lancia,<br />

come il destino che separa e risepara, <strong>di</strong>sse, Siamo davvero sventurati, noi, non basta<br />

la parte <strong>di</strong> male che ci tocca fare per natura, dobbiamo anche essere il braccio <strong>della</strong><br />

malvagità <strong>di</strong> altri e del loro potere. Parole, queste, che Giuseppe non udì, perché si<br />

era allontanato dal suo provvidenziale palco, prima pian piano, un piede avanti<br />

all’<strong>altro</strong>, e subito dopo in una corsa folle, saltando sui sassi come un capretto,<br />

angosciato, ragion per cui è lecito dubitare, in mancanza <strong>di</strong> un testimone,<br />

dell’autenticità <strong>di</strong> quella filosofica riflessione, sia nel contenuto sia nella forma,<br />

tenendo conto <strong>della</strong> più che ovvia contrad<strong>di</strong>zione fra la notevole proprietà dei<br />

concetti e l’infima con<strong>di</strong>zione sociale <strong>di</strong> chi li aveva enunciati.<br />

Sconvolto, adesso urtando contro chiunque gli si parasse davanti, travolgendo<br />

banchi <strong>di</strong> frutta e gabbie d’uccelli, e perfino il tavolo <strong>di</strong> un cambiavalute, quasi senza<br />

u<strong>di</strong>re gli strilli degli ambulanti del Tempio, Giuseppe pensa soltanto al fatto che vanno<br />

ad ammazzargli il figlio, e non ne conosce neppure il motivo, una situazione<br />

drammatica, quest’uomo ha dato la vita a una creatura, un <strong>altro</strong> gliela vuole togliere,<br />

e una volontà vale quanto l’altra, fare e <strong>di</strong>sfare, annodare e slegare, creare e

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