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Segreti di Stati - Ladysilvia.com

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Le <strong>di</strong>cerie, <strong>di</strong>ffuse un po' ovunque, praticamente in tutto il Mondo<br />

(dove ero, e lo sono tuttora, molto conosciuto) e, peggio ancora, in<br />

Svizzera e in Ticino, hanno avuto un effetto devastante sulla mia<br />

figura professionale che fu <strong>com</strong>pletamente deligittimata. In realtà è<br />

stata incre<strong>di</strong>bilmente strumentalizzata la relazione sentimentale con<br />

la mia attuale moglie Isabel Maria, colpevole <strong>di</strong> essere rimasta al mio<br />

fianco a <strong>com</strong>battere una giusta causa. È impressionante la facilità con<br />

la quale è stata gettata alle ortiche un'inchiesta <strong>di</strong> grande<br />

importanza in nome <strong>di</strong> pettegolezzi usciti dalle bocche <strong>di</strong> ciarlatane<br />

<strong>com</strong>ari ottocentesche. Mi sentivo <strong>com</strong>pletamente <strong>di</strong>sorientato, solo,<br />

abbandonato, calpestato, infangato, umiliato e tra<strong>di</strong>to. Ero totalmente<br />

paralizzato, confuso, non riuscivo più a ragionare. Eravamo agli inizi<br />

del 1992. Quell'anno lo passai all'Università <strong>di</strong> Losanna. È stata la<br />

mia salvezza perché avevo me<strong>di</strong>tato, seriamente ed intensamente, il<br />

suici<strong>di</strong>o. Avevo perso tutto: casa, famiglia, mamma e fratelli. Il<br />

periodo trascorso all'Università mi aiutò a sollevarmi un poco dalle<br />

tremende angoscie che mi soffocavano e dalle ansie e timori astratti<br />

che mi opprimevano. Riuscii quantomeno, aiutato da pochi (ma buoni)<br />

amici rimasti fedeli, a capire cosa era successo ed a scoprire le<br />

sporche manovre messe in atto dai miei ex colleghi, il tutto raccolto<br />

nel noto rapporto <strong>di</strong> denuncia in<strong>di</strong>rizzato al Consiglio <strong>di</strong> Stato, al<br />

Ministero Pubblico Federale, al Ministero Pubblico Cantonale e al<br />

Comando Polizia, steso in data 27.11.1992. Rapporto poi sfociato nella<br />

conosciuta inchiesta amministrativa.<br />

Alcuni giorni prima c'era stato un tentativo <strong>di</strong> conciliazione con i<br />

colleghi d'ufficio. Spero ti ricorderai <strong>di</strong> quella triste riunione, da<br />

te presieduta, dove tutti si sono schierati contro il sottoscritto<br />

chiudendosi, nel contempo, a riccio per proteggere il "grande<br />

accusatore" Azzoni, ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> fumo nella circostanza. Non sei stato<br />

imparziale, neutrale, non hai sentito le parti in causa con equità,<br />

obiettività e serenità, <strong>com</strong>e lo sarebbe stato un buon giu<strong>di</strong>ce. Ti sei<br />

scandalizzato dalla montagna <strong>di</strong> scemenze dette dall'Azzoni; le hai<br />

prese per vere <strong>com</strong>e se fossero state dette dal depositario della<br />

verità! Tant'è vero che, ad un certo momento, mi sono alzato e,<br />

in<strong>di</strong>gnato, ho lasciato quel "processo" dall'esito già scontato.<br />

Dovetti anche subire l'aggressione, verbale, <strong>di</strong> Galusero, che arrivò<br />

al punto <strong>di</strong> minacciarmi <strong>di</strong> conseguenze, fisiche, assai pesanti.<br />

Galusero che, fino a un po'<strong>di</strong> tempo prima, aveva pubblicamente<br />

biasimato il <strong>com</strong>portamento <strong>di</strong> Azzoni, definendolo un demente.<br />

Cosa era successo e cosa mi aveva spinto ad allestire il rapporto <strong>di</strong><br />

denuncia del 27.11.1992, lo sai meglio <strong>di</strong> me. Avevo la supervisione<br />

dell'operazione "Mato Grosso" e mi <strong>com</strong>peteva la responsabilità, <strong>com</strong>e<br />

sempre avevo fatto in passate e numerose operazioni, <strong>di</strong> sorvegliare<br />

per evitare qualsiasi irregolarità. Quando l'inchiesta mi fu tolta<br />

dalle mani dal Comandante Dell'Ambrogio, che aveva creduto a tutte le<br />

baggianate che tu e altri gli avevate riportato, i servizi francesi,<br />

gli informatori nonché elementi deviati della polizia federale<br />

brasiliana, ebbero la via spianata. Si inserirono fra fornitori e<br />

acquirenti sostituendo ed eliminando i reali fornitori all'origine del<br />

traffico <strong>di</strong> droga, <strong>di</strong> cocaina per l'esattezza. Furono gli informatori<br />

stessi, in pieno accordo con poliziotti francesi e brasiliani, a<br />

trasportare 60 kg <strong>di</strong> cocaina dal Brasile alla Francia.<br />

E lo sai anche tu che la droga non proveniva dai cartelli colombiani o<br />

da qualche raffineria dell'immensa regione brasiliana Mato Grosso.<br />

Tale conferma la si legge, tra l'altro, tra le righe del rapporto del<br />

Ministero Pubblico Federale datato 27 aprile 1992, che a tal<br />

proposito, a pagina 6, riferisce: "... tale quantità <strong>di</strong> droga è stata

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