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Segreti di Stati - Ladysilvia.com

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17.5.1995, ha già chiarito che l'omessa valutazione da parte<br />

dell'Amministrazione della pertinenza all'oggetto del proce<strong>di</strong>mento<br />

delle memorie scritte o documenti presentati dai soggetti interessati<br />

ai sensi dell'art. 10, lett. b), legge n. 241/1990, costituisce un<br />

vizio del proce<strong>di</strong>mento quale violazione <strong>di</strong> legge e <strong>com</strong>porta<br />

l'illegittimità del provve<strong>di</strong>mento finale emanato.<br />

L'Amministrazione, infatti, prima <strong>di</strong> provvedere, ha l'obbligo <strong>di</strong><br />

prendere in considerazione e <strong>di</strong> valutare le osservazioni e i documenti<br />

presentati dai soggetti che intervengono nel proce<strong>di</strong>mento, col solo<br />

limite che deve trattarsi <strong>di</strong> atti pertinenti all'oggetto del<br />

proce<strong>di</strong>mento stesso. L'omessa loro valutazione costituisce vizio del<br />

proce<strong>di</strong>mento e ne <strong>com</strong>porta l'illegittimità (TAR Valle d’Aosta, n. 25<br />

del 19.2.1997). Nello stesso senso, si vedano del medesimo TAR le<br />

sentenze n. 69 del 22.5.1998, n. 45 del 18.3.1999 e n. 90<br />

del14.5.1999. Si vedano pure: TAR Toscana, n. 870 del 29.10.1999; TAR<br />

Lazio, Sez. I, n. 4007 del 27.12.1999; TAR Trentino Alto A<strong>di</strong>ge, Sez.<br />

Trento, n. 100 del 14.4.2000.<br />

II. Violazione dell’art. 17 della legge n. 1169/1961 e dell’art. 97<br />

della Costituzione - Eccesso <strong>di</strong> potere per vizio della volontà -<br />

Mancata astensione <strong>di</strong> un organo in<strong>com</strong>patibile.<br />

La normativa vigente prevede che il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> cessazione dal<br />

servizio continuativo per scarso ren<strong>di</strong>mento sia adottato dal Direttore<br />

generale per il personale militare «in seguito a proposta delle<br />

autorità gerarchiche da cui il militare <strong>di</strong>pende e previo parere delle<br />

autorità <strong>com</strong>petenti ad esprimere giu<strong>di</strong>zi sull'avanzamento» (art. 17,<br />

legge n. 1168/1961).<br />

Trattasi <strong>di</strong> proce<strong>di</strong>mento amministrativo c.d. <strong>com</strong>plesso che richiede<br />

l’intervento <strong>di</strong>alettico <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>stinte autorità: i superiori<br />

gerarchici dell’interessato, con funzione propositiva o <strong>di</strong> impulso; la<br />

COVA, con funzione consultiva obbligatoria; ed il Direttore generale,<br />

con funzione decisionale.<br />

Il legislatore, in considerazione dei rilevanti effetti prodotti sul<br />

destinatario del provve<strong>di</strong>mento finale, ha cioè <strong>di</strong>sposto che la<br />

procedura destitutiva consti delle determinazioni e delle valutazioni<br />

dei tre <strong>di</strong>stinti organi.<br />

Nel caso <strong>di</strong> specie, però, la <strong>di</strong>alettica tra gli organi astrattamente<br />

prospettata dal legislatore è stata vulnerata dalla riunione in capo<br />

al Generale Salvatore Fenu tanto della qualità <strong>di</strong> superiore gerarchico<br />

del ricorrente (quale <strong>com</strong>andante delle Scuole dell’Arma dei<br />

carabinieri) quanto della qualità <strong>di</strong> Presidente della COVA.<br />

Di conseguenza, il Generale Fenu ha esercitato nel medesimo<br />

proce<strong>di</strong>mento sia la funzione propositiva del provve<strong>di</strong>mento finale, con<br />

la nota n. 207/3 del 13 febbraio 2002 [doc. 40], sia la funzione<br />

consultiva, presiedendo la COVA nella seduta del 27 marzo successivo<br />

[doc. 3].<br />

Sostanzialmente, il Generale Fenu ha concorso ad esprimere parere<br />

favorevole su una proposta <strong>di</strong> destituzione da lui stesso formulata.<br />

Tale situazione ha pregiu<strong>di</strong>cato l’imparzialità e la neutralità della<br />

funzione consultiva demandata alla COVA. La Commissione, infatti, è<br />

stata chiamata ad esprimere il proprio parere su una proposta<br />

sollecitata dal suo stesso Presidente (nonché membro più alto in<br />

grado) e, quin<strong>di</strong>, in <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> quella terzietà auspicata dal<br />

legislatore nel <strong>di</strong>sciplinare il proce<strong>di</strong>mento in esame.<br />

E’ per evitare il verificarsi <strong>di</strong> detta situazione che, per esempio,<br />

l’art. 70 della legge 31 luglio 1954, n. 599, <strong>di</strong>spone che non possano<br />

far parte della Commissione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina i «superiori gerarchici alle<br />

cui <strong>di</strong>pendenze il sottufficiale prestava servizio allorché <strong>com</strong>mise i<br />

fatti che determinarono il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>sciplinare, o alle cui<br />

<strong>di</strong>pendenze il giu<strong>di</strong>cando si trovi alla data <strong>di</strong> convocazione della<br />

Commissione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina».

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