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certamente via mare. Da quanto mi <strong>di</strong>sse i libici lo collaudarono nel<br />
deserto, poi vennero i russi, lo smontarono e lo portarono via. Dopo<br />
tale esemplare vi fu una vera e propria fornitura che partì nel 1978,<br />
mi pare che partì dal porto <strong>di</strong> La Spezia e agli effetti doganali<br />
figurò <strong>com</strong>e carico <strong>di</strong> grano”. Beirut era uno snodo per il traffico <strong>di</strong><br />
armi e il Col. Stefano Giovannone, che ha operato per molti anni a<br />
Beirut <strong>com</strong>e capocentro del SISMI - avendo un raggio d'azione in tutto<br />
il Me<strong>di</strong>o Oriente; fu interrogato in merito dal magistrato Carlo<br />
Palermo. Come si legge in un libro <strong>di</strong> M. Pugliese “perché nessuno<br />
fermò quel giu<strong>di</strong>ce?” (Adriatica e<strong>di</strong>trice, Ancona), Giovannone precisò<br />
che ‘per il Libano transitavano armi destinate a movimenti <strong>di</strong><br />
opposizione operanti in Libia, Arabia Sau<strong>di</strong>ta e negli <strong>Stati</strong> del Golfo;<br />
si trattava essenzialmente <strong>di</strong> pistole, fucili automatici leggeri che<br />
venivano inviati da esponenti in esilio dei vari movimenti <strong>di</strong><br />
opposizione”.<br />
Giovannone è stato a Beirut dal 72 al 76 e poi dal 78 all'81. Di<br />
particolare rilievo erano i suoi rapporti con l'OLP. Dopo che<br />
Giovannone lasciò Beirut il 12 ottobre 1983 venne inviato ad operare<br />
presso l'OLP, che nel frattempo aveva la sua sede a Tunisi, un altro<br />
ufficiale. Vale la pena ricordare che a Giovannone si rivolse l'On.<br />
Moro in una lettera scritta durante il suo sequestro nel 1978. Moro<br />
voleva spingere il governo a barattare la sua vita con il rilascio dei<br />
brigatisti in carcere. Egli scriveva: “Tu forse già conosci<br />
<strong>di</strong>rettamente la vicenda dei palestinesi all'epoca più oscura della<br />
guerra. Lo stato italiano in vari mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>spose la liberazione dei<br />
detenuti allo scopo <strong>di</strong> stornare un grave danno. Nello spirito si fece<br />
ricorso allo stato <strong>di</strong> necessità”.<br />
La <strong>com</strong>plessa natura <strong>di</strong> Gla<strong>di</strong>o e la probabilità che vi fosse più <strong>di</strong> una<br />
Gla<strong>di</strong>o<br />
In una intervista <strong>di</strong> P. Cucchiarelli e A. Giannuli al senatore<br />
Pellegrino, Presidente della Commissione Stragi, riportata nel libro<br />
“Lo stato parallelo”, (Gamberetti e<strong>di</strong>tore 1997, pp. 365), il Senatore<br />
afferma: “Quello che mi colpisce è <strong>com</strong>e i 622 gla<strong>di</strong>atori coprono un<br />
arco temporale <strong>di</strong> 40 anni. I gla<strong>di</strong>atori in servizio attivo sono stati<br />
sempre un numero estremamente limitato: sproporzionati per <strong>di</strong>fetto<br />
rispetto al cervello operativo della situazione. perché vi è la<br />
certezza che vi erano altre reti clandestine, penso ad un articolarsi<br />
per piani successivi, per cui ci sarebbe una Gla<strong>di</strong>o nascosta dentro<br />
una Gla<strong>di</strong>o apparente, oppure che la struttura <strong>di</strong> Gla<strong>di</strong>o stava al<br />
centro <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> reti clandestine che si collocavano ai lati <strong>di</strong><br />
Gla<strong>di</strong>o, non mi pare faccia molta <strong>di</strong>fferenza. Quello che è importante è<br />
sapere che prima del 1979 c'era Gla<strong>di</strong>o, ma non solo Gla<strong>di</strong>o che è una<br />
tessera dell'intero mosaico, importante, ma che da sola non spiega<br />
tutto. Nello stesso tempo altre tessere del mosaico assumono un<br />
‘segno' che in qualche modo presupponeva Gla<strong>di</strong>o, cioè molte cose non<br />
appartenevano alla struttura <strong>di</strong> Gla<strong>di</strong>o, ma avvenivano in un certo modo<br />
perché Gla<strong>di</strong>o c'era.<br />
I Magistrati Sergio Dini e Benedetto Roberti della magistratura<br />
Militare <strong>di</strong> Padova delineano un quadro a più sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gla<strong>di</strong>o con<br />
<strong>di</strong>verse linee <strong>di</strong> <strong>com</strong>ando e <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza, con <strong>di</strong>verso personale e con<br />
<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> funzioni. La struttura più interna, quella tutelata con<br />
la massima riservatezza, vero ‘cuore' e nocciolo degli interessi<br />
statunitensi in Italia era formata - affermano - ‘da soggetti tuttora<br />
ignoti, i cui nomi e le cui identità e finanche il numero dei quali<br />
sono stati tenuti nascosti dal SISMI agli inquirenti, ma della cui<br />
esistenza non vi è possibilità <strong>di</strong> dubitare” (dalla relazione <strong>di</strong> Dini e<br />
Roberti alla ‘Commissione Stragi' del 1994).