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Segreti di Stati - Ladysilvia.com

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ispondere con un ‘no contest’. Con una astensione.<br />

Che è astensione <strong>di</strong> sostanza, <strong>di</strong> concreto e reale rispetto delle attese dei prevenuti che, vivad<strong>di</strong>o, sono<br />

presuntivamente innocenti fino a che sentenza passata in giu<strong>di</strong>cato non <strong>di</strong>ca il contrario.<br />

Non vogliamo certamente insegnare al dott. Albiani <strong>com</strong>e egli deve <strong>com</strong>portarsi nel foro della sua<br />

coscienza, però ben gli possiamo <strong>di</strong>re, se è vero <strong>com</strong>e è vero che egli meritoriamente scrisse quella lettera<br />

al Presidente Forte perché sentì nella sua coscienza l’urgenza del problema, che in simili casi va fatto solo<br />

un piccolo sforzo ulteriore.<br />

Trasporsi nella pelle <strong>di</strong> chi chiede Giustizia, <strong>di</strong> chi chiede, in ogni caso, che Giustizia venga amministrata<br />

nel clima più sereno.<br />

Non vuole questa essere una forma <strong>di</strong> ricusazione impropria, così <strong>com</strong>e non è neppure un nuovo invito al<br />

dott. Albiani a volersi astenere.<br />

E’ solo la denuncia <strong>di</strong> un fatto, unicamente l’enunciazione <strong>di</strong> un fatto che non dovrà essere valutato né ex<br />

art. 63, né ex art. 64 C.P.P., ma che potrà essere valutato, insieme ad altri fatti, nel tanto generico quanto<br />

vasto ambito della specie prevista dal I <strong>com</strong>ma dell’art. 55 C.P.P.<br />

Anche perché alla censura che abbiamo rinnovato nei confronti del Dott. Albiani, non possiamo non fare<br />

seguire analoga censura nei confronti del Presidente Mario Antonacci.<br />

E ce ne duole, ce ne duole profondamente perché più e più volte, dentro e, soprattutto, fuori <strong>di</strong> questa aula<br />

avevamo manifestato il nostro personale apprezzamento per il modo con il quale il Presidente Antonacci<br />

ha <strong>di</strong>retto questo <strong>di</strong>fficilissimo processo.<br />

Ma questa <strong>di</strong>fesa, se vuole – e deve – essere coerente, non può <strong>di</strong>menticare, non può passare sotto silenzio<br />

che imputato in questo processo è una persona che è già apparsa, in veste <strong>di</strong> imputato davanti al<br />

Presidente Antonacci. Imputato in un processo connesso – e non per volontà nostra, sia ben chiaro -,<br />

almeno probatoriamente con questo processo. Se è vero, <strong>com</strong>e è costantemente vero, <strong>com</strong>e è purtroppo<br />

vero che abitu<strong>di</strong>ne delle accuse tanto pubblica che privata è quella <strong>di</strong> contestare agli imputati fatti e<br />

circostanze emersi in altri proce<strong>di</strong>menti conclusisi con sentenze <strong>di</strong> condanna in primo grado. In nessun<br />

cale tenendo, e le accuse e lo stesso Presidente, che quelle sentenze <strong>di</strong> condanna in primo grado sono state<br />

travolte da sentenze <strong>di</strong> assoluzione emesse in seconde cure!!!<br />

Ed è anche questa ‘permissività’ censura che muoviamo al Presidente Antonacci.<br />

Non possiamo <strong>di</strong>menticare, <strong>di</strong>cevamo, che questo imputato è stato condannato dal Collegio presieduto dal<br />

Dr. Antonacci non ad una pena qualsiasi, ma a quella dell’ergastolo e non possiamo evidentemente<br />

<strong>di</strong>menticare che in secondo grado questo stesso imputato è stato assolto.<br />

Ora noi le poniamo, Presidente Antonacci, un quesito analogo a quello che ponevamo al dott. Albiani.<br />

Se per un attimo Ella si traspone nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> uno qualsiasi degli imputati e <strong>di</strong> uno qualsiasi dei<br />

<strong>di</strong>fensori – che <strong>di</strong>mentichi, <strong>com</strong>e chi sta ora parlando, le sue opinioni personali e si limiti unicamente<br />

all’ingrato (e talvolta solo Dio può sapere quanto ingrato è siffatto <strong>com</strong>pito) ruolo del <strong>di</strong>fensore -, <strong>com</strong>e e<br />

cosa risponde al quesito che sicuramente nasce nel suo cuore, nella sua intelligenza: questo imputato, un<br />

imputato in questo processo, il suo <strong>di</strong>fensore può umanamente attendersi da me un giu<strong>di</strong>zio sereno,<br />

imparziale? O non può forse ritenere, sospettare financo, che io che mi sono visto ribaltare una sentenza<br />

<strong>di</strong> condanna all’ergastolo in una sentenza <strong>di</strong> assoluzione, abbia a nutrire nel mio animo una sorta <strong>di</strong> spirito<br />

<strong>di</strong> revanche; e quand’anche io mi sforzi <strong>di</strong> essere, ancor più che apparire, <strong>com</strong>e arbitro al <strong>di</strong> sopra delle<br />

parti tutte, non può forse un imputato, il suo <strong>di</strong>fensore ritenere che io sia un po’, o possa essere, <strong>com</strong>e<br />

quell’arbitro <strong>di</strong> calcio che volendo favorire una squadra concede all’altra tutti i calci <strong>di</strong> punizione a metà<br />

campo per poi <strong>di</strong>sporre a favore della squadra protetta un inesistente calcio <strong>di</strong> rigore all’ultimo minuto?

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