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giu<strong>di</strong>ziaria. Fin dalla prima, provocatoria, <strong>di</strong>chiarazione degli inquirenti pochi minuti dopo le ore 10.23<br />
del tragico 2 agosto 1980.<br />
Serie <strong>di</strong> nequizie sostanziali che <strong>di</strong> seguito partitamene elencheremo e denunceremo per categorie –<br />
indegne <strong>di</strong> un Paese che <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> affondare le tra<strong>di</strong>zioni della sua cultura giuri<strong>di</strong>ca nel Diritto Romano.<br />
Che fu ed è ancora scuola a tutti del Giure. Nella sua più vasta accezione.<br />
Il precettale trinomio ‘honeste vivere, alterum non laedere, suum unicuique tribuere’ <strong>di</strong>sciplina ogni<br />
rapporto interumano. Quin<strong>di</strong> e, a fortori, proprio il rapporto processuale.<br />
Orbene, ad avviso <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>fesa, tale trinomio è stato in questo processo, ripetutamente, reiteratamente<br />
violato!!!<br />
E, purtroppo, con il nostro avallo. Con l’avallo della <strong>di</strong>fesa che accettando, ad esempio – ma è gravissimo<br />
esempio, intollerabile esempio – la sperequazione, la <strong>di</strong>scrasia tanto con la pubblica che la privata accusa,<br />
il suo non e<strong>di</strong>ficante stato <strong>di</strong> endemica debolezza materiale rispetto a quest’ultima ed anche alla prima, è<br />
venuta meno al primo dei suoi <strong>com</strong>piti. Che è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere gli interessi ed i <strong>di</strong>ritti del proprio<br />
patrocinato e secundum legem e, soprattutto, contro ogni personale interesse degli stessi <strong>di</strong>fensori, ogni<br />
loro timore.<br />
Foss’anco solo quello reverenziale!<br />
Perché chi si paluda della toga e delle pandette del <strong>di</strong>fensore deve <strong>di</strong>menticare le parole: paura, timore e<br />
prudenza. Di tanto noi ci siamo scordati e ne chie<strong>di</strong>amo venia. Al nostro assistito, alla nostra coscienza, al<br />
Diritto.<br />
Con questa nostra perorazione, con questo atto che nasce da responsabili ripensamenti e del quale<br />
conosciamo tutte le possibili conseguenze – per lo meno sul piano squisitamente formale, perché su<br />
quello sostanziale noi siamo e saremo, oggi <strong>com</strong>e non mai, <strong>di</strong>fensori nel pieno significato del termine - ,<br />
noi inten<strong>di</strong>amo enunciare e denunciare tutte quelle violazioni non solo ai Diritti imprescin<strong>di</strong>bili ed<br />
inalienabili della e alla Difesa. Violazioni che ci hanno visto fin troppo timorosi testimoni, ma anche e<br />
soprattutto al sacrosanto Diritto <strong>di</strong> assistere a un processo serenamente celebrato in vista <strong>di</strong> una sua<br />
altrettanto serena conclusione!!!<br />
Perché questa <strong>di</strong>fesa sa che oggi non può rispondere in modo positivo al quesito che il nostro assistito può<br />
porci: e cioè se questo processo si svolge in un ambiente e con modalità che garantiscono serenità <strong>di</strong><br />
proce<strong>di</strong>mento e, quin<strong>di</strong>, serenità <strong>di</strong> conclusione.<br />
Mentiremo a lui, mentiremo a noi stessi, alla nostra coscienza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fensori. Se gli <strong>di</strong>cessimo, ovviamente,<br />
che sereno è il processo che quin<strong>di</strong> prelude a una serena conclusione.<br />
Qualcuno, fra i nostri agguerriti e abili avversari potrebbe <strong>di</strong>rci: se così pensate, la legge vi offre lo<br />
strumento per dare concreta portata alle vostre lamentele. Il Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rito prevede agli artt. 55 e 56 la<br />
possibilità dello spostamento <strong>di</strong> <strong>com</strong>petenza per legittimo sospetto. Avvaletevene. Visto che, oltre tutto,<br />
potete farlo in qualsiasi stato e grado del giu<strong>di</strong>zio.<br />
Risponderemo subito anticipando i termini <strong>di</strong> una delle lamentele più gravi che <strong>di</strong> seguito faremo e a cui<br />
già sopra facevamo cenno quando parlavamo della supina accettazione della <strong>di</strong>scrasia, della<br />
sperequazione fra Difesa e accusa tanto pubblica che privata.<br />
QUESTA DIFESA NON E’ MATERIALMENTE, ECONOMICAMENTE, TANTO PER PARLARE A<br />
CHIARISSIME NOTE, IN CONDIZIONI DI POTER RICORRERE ALLA SPECIE PREVISTA<br />
DALL’art. 56 C.P.P.. E tanto a prescindere dalla farraginosità della procedura e della brevità dei termini<br />
per le notificazioni.<br />
Ecco perché subito dopo questo nostro intervento, questa Difesa chiederà u<strong>di</strong>enza al Procuratore Generale