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dell'abbandono, della miseria, della povertà, dell'in<strong>di</strong>genza e<br />
dell'accattonaggio: non trovo altri aggettivi visto <strong>com</strong>e, prove alla<br />
mano, la mia paga mensile, per quasi un anno, è stata, lo ripeto<br />
ancora, <strong>di</strong> TRECENTOCINQUANTA FRANCHI SVIZZERI.<br />
Mi sentivo moralmente e materialmente <strong>di</strong>strutto, annientato,<br />
denigrato, deriso, ferito a morte nell'orgoglio, <strong>com</strong>pletamente in<br />
balia alla rassegnazione, senza volontà alcuna <strong>di</strong> reagire davanti a<br />
tutto quello che mi stava capitando. Non riuscivo, insomma, ad alzare<br />
minimamente la testa (o la cresta, <strong>com</strong>e si suol <strong>di</strong>re) per far<br />
rispettare i miei <strong>di</strong>ritti. Lo sanno tutti (alcuni lo sapevano anche<br />
allora) che avrei dovuto ricevere, quantomeno, il minimo vitale<br />
garantito. Invece, tale sacro <strong>di</strong>ritto (sta scritto da qualche parte),<br />
è stato arbitrariamente calpestato. Lo Stato deve preservare qualsiasi<br />
in<strong>di</strong>viduo dall'"indegnità <strong>di</strong> una vita mendace". Con questa storica<br />
sentenza il Tribunale Federale aveva costretto il <strong>com</strong>une <strong>di</strong><br />
Ostermun<strong>di</strong>gen ad assistere materialmente tre fratelli cecoslovacchi<br />
colpiti dall'in<strong>di</strong>genza a causa <strong>di</strong> una situazione giuri<strong>di</strong>ca<br />
estremamente <strong>com</strong>plessa. (Sentenza 2P. 418/1994 del 27.11.1995) Nel mio<br />
caso, invece, è lo Stato che mi ha ridotto all'indegnità <strong>di</strong> una vita<br />
<strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità per circa un anno, causandomi un danno notevolissimo.<br />
Danno che ora qualcuno dovrà pagare! Ero peggio <strong>di</strong> un men<strong>di</strong>cante, <strong>di</strong><br />
un barbone. Un qualsiasi rifugiato <strong>di</strong> "vattelapesca" (ce ne sono tanti<br />
in Svizzera), nei miei confronti, era un privilegiato: io non avevo i<br />
sol<strong>di</strong> per <strong>com</strong>perare un misero tozzo <strong>di</strong> pane raffermo per sfamarmi!!!<br />
E, in tali con<strong>di</strong>zioni finanziarie, con tutto l'altro carico <strong>di</strong> annessi<br />
e connessi (salute, morale, sicurezza, paure, angoscie ecc. ecc., che<br />
mi porto appresso ancora oggi), sono stato costretto a vivere per<br />
almeno un anno!!!<br />
Sei capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi <strong>com</strong>e ho potuto vivere e far fronte ai miei impegni<br />
in simili con<strong>di</strong>zioni tenendo presente che anche Isabel Maria, per i<br />
conosciuti e risaputi motivi <strong>di</strong> sicurezza, fu costretta ad abbandonare<br />
il proprio lavoro? Bussai a parecchie porte statali, <strong>com</strong>presa quella<br />
del Comandante (per modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re), umiliandomi a chiedere la carità,<br />
anche se chiedevo il giusto che dovevo avere, quel minimo per poter<br />
vivere <strong>di</strong>gnitosamente che, <strong>di</strong> riflesso, oltre ad infondermi coraggio e<br />
speranza, mi avrebbe permesso <strong>di</strong> pianificare, gradatamente e con un<br />
poco <strong>di</strong> tranquillità, il futuro. Nossignore, niente <strong>di</strong> tutto ciò.<br />
Tutti se ne fregarono altamente in maniera, a <strong>di</strong>r poco, ignobile e<br />
vile; in "primis" il signor Wermelinger. E lui sapeva <strong>di</strong> questa<br />
situazione, glielo avevo perfino scritto, <strong>com</strong>e traspare dalle due<br />
lettere più sopra accennate e fedelmente riportate. Mi sentivo <strong>com</strong>e un<br />
pezzo <strong>di</strong> escrementi umani, volgarmente detto "un pezzo <strong>di</strong> merda". E <strong>di</strong><br />
lettere, il signor Wermelinger, ne aveva ricevuto una terza in data 5<br />
aprile 1993: "... Improvvisamente, a causa delle calunnie <strong>di</strong>ffuse da<br />
un gruppo <strong>di</strong> informatori e da servizi francesi corrotti e interessati,<br />
mi sono ritrovato in una situazione <strong>di</strong> totale deligittimazione. Da<br />
solo ho dovuto ricostruire la <strong>di</strong>namica dei perversi meccanismi che mi<br />
hanno fatto toccare con mano la vulnerabilità delle nostre<br />
Istituzioni. Mi sono ritrovato solo, con una parte dei colleghi<br />
nettamente ostile. Le verifiche del Ministero Pubblico della<br />
Confederazione - peraltro lungamente inascoltate - hanno ricostruito<br />
parzialmente la verità. Dietro ai futili motivi che hanno mosso questi<br />
perversi meccanismi vi erano colossali interessi. La reazione dello<br />
Stato è stata inevitabilmente lenta. Gli effetti devastanti sono<br />
invece stati imme<strong>di</strong>ati. Mi sono quin<strong>di</strong> trovato a pagare un triplice<br />
prezzo per questa situazione: un prezzo in termini <strong>di</strong> salute, poiché<br />
il mio impegno è stato ininterrotto per anni. Gli agenti speciali <strong>di</strong><br />
altri Paesi godono tra l'altro <strong>di</strong> un'adeguata assistenza psicologica