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Senza che tanto abbia stuzzicato la curiosità <strong>di</strong> alcun magistrato, tanto inquirente che requirente.<br />
E tanto allora cosa sta a significare se non che su quegli episo<strong>di</strong> vanno chiusi non uno, ma cento occhi?<br />
E ci volete parlare <strong>di</strong> un processo teso solo all’accertamento della verità o non piuttosto <strong>di</strong> un processo<br />
teso a certificare “UNA” verità, politicamente utile?<br />
Che le collusioni siano altre e <strong>di</strong> ben <strong>di</strong>verso livello e spessore?<br />
Che avesse non una ma cento ragioni il defunto avvocato Oreste GHINELLI?<br />
Ve ne è dunque quanto basta perché il Procuratore Generale non solo intervenga a norma dell’art. 55<br />
C.P.P. ma perché ad analogo intervento induca, per la parte che gli <strong>com</strong>pete il suo omologo fiorentino, il<br />
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello <strong>di</strong> Firenze.<br />
Al quale ultimo, <strong>com</strong>unque e in ogni caso, noi faremo pervenire copia della presente perorazionememoria.<br />
E’ giunta infatti l’ora che su queste stragi, sui moventi delle stragi, sulle più attente e stu<strong>di</strong>ate analisi del<br />
‘cui prodest’, magistrati nuovi, non con<strong>di</strong>zionati, non legati a correnti politiche ben precise e ben<br />
determinate, indaghino con il preciso scopo <strong>di</strong> far emergere il vero.<br />
QUALE ESSO SIA!<br />
Fosse anche ripetitivo <strong>di</strong> tutte o parte delle accuse oggi formulate contro uno o più degli attuali imputati.<br />
Spiace a questa <strong>di</strong>fesa lanciare queste roventi accuse, ma spiace soprattutto a questa <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> dover<br />
riconoscere il proprio errore quando non volle aderire a istanze analoghe a quella che oggi formuliamo,<br />
presentate a suo tempo dalla <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> altri imputati e che non poté essere esaminata dalla Corte <strong>di</strong><br />
Cassazione per la fatale mancanza <strong>di</strong> requisiti formali.<br />
Spiace a questa <strong>di</strong>fesa perché proprio questa <strong>di</strong>fesa al Collega che ci sollecitava la nostra adesione rispose<br />
che era giusto che il processo avesse a svolgersi nella città che più <strong>di</strong> altre aveva sofferto, a più riprese,<br />
della follia criminale <strong>di</strong> chi, per inconfessabili fini, non esita a colpire i suoi simili, i nostri, i suoi fratelli.<br />
Vogliamo solo aggiungere che nessuna delle parole aspre, dei toni <strong>di</strong> rimprovero impiegati in questa<br />
occasione ha per oggetto i membri laici del Collegio.<br />
E, neppure, per quanto li concerne <strong>com</strong>e singole persone, i membri togati.<br />
Agli stessi, anzi, rinnoviamo i sensi della nostra stima.<br />
IV) DEGLI ATTEGGIAMENTI DEGLI AMBIENTI POLITICI BOLOGNESI<br />
In occasione della celebrazione del VII° anniversario della strage il sindaco <strong>di</strong> questa città, a processo<br />
aperto, ha <strong>di</strong>chiarato:<br />
“finalmente la verità <strong>com</strong>incia a farsi strada… Pesanti in<strong>di</strong>zi sono emersi a carico <strong>di</strong> alcuno fra gli<br />
imputati…”<br />
Frasi <strong>di</strong> una gravità enorme.<br />
Perché dette a processo aperto, perché dette nella città dove il processo è aperto, perché dette nella città<br />
dove vivono e risiedono i Giu<strong>di</strong>ci Popolari, perché dette da chi, <strong>com</strong>e Sindaco, rappresenta tutta Bologna<br />
e non già solo quella che, sia pure in<strong>di</strong>rettamente, lo ha voluto <strong>com</strong>e primo citta<strong>di</strong>no.