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Gla<strong>di</strong>o militare.<br />
Sul nome ‘Gla<strong>di</strong>o’<br />
Nel suo libro ‘Ulisse’ (pag. 225) l’Ammiraglio Martini parla della<br />
struttura: Stay Behind precisando che “in Italia venne chiamata<br />
Gla<strong>di</strong>o (da un nome iniziale <strong>di</strong> cui si è poi persa traccia)”.<br />
E’ probabile che il nome <strong>di</strong> Gla<strong>di</strong>o che ovviamente nulla ha a che fare<br />
con la denominazione anglo-americana Stay Behind fosse proprio la<br />
denominazione molto ‘latina’ della “Gla<strong>di</strong>o delle centurie” che ora<br />
appare <strong>com</strong>e il nucleo operativo all’estero della Stay Behind.<br />
Nel luglio 1996 la Procura <strong>di</strong> Roma ha chiesto l’archiviazione del<br />
caso Gla<strong>di</strong>o precisando che a partire dal 1972 (si tratta dell’anno in<br />
cui furono svuotati i depositi delle armi detti NASCO) si esclude che<br />
la struttura sia stata utilizzata per finalità penalmente rilevanti.<br />
Quanto all’attività all’estero va osservato che questa <strong>com</strong>portava<br />
l’uso delle armi. Si prevedeva, infatti, l’addestramento <strong>di</strong> personale<br />
appartenente a movimenti <strong>di</strong> liberazione. Ai rapporti con movimenti <strong>di</strong><br />
liberazione si accenna anche nel memoriale Moro (ve<strong>di</strong> F.M. Biscione,<br />
Il memoriale Moro ritrovato a Via Monte Nevoso, Ed. Coletti, 1993, p.<br />
54), dove Moro parla <strong>di</strong> ‘proficui contatti con vari movimenti <strong>di</strong><br />
liberazione’.<br />
Nel libro <strong>di</strong> G. Fasanella e C. Sestieri (Il segreto <strong>di</strong> Stato,<br />
intervista col Sen. Pellegrino), Einau<strong>di</strong> 2000, p. 214-216) in<br />
risposta alla domanda: “se Gla<strong>di</strong>o che conosciamo è a tal punto<br />
giustificata e inoffensiva, non potrebbe essere stata in qualche modo<br />
la copertura ‘pulita’ <strong>di</strong> qualche altra struttura? Insomma una sorta <strong>di</strong><br />
Gla<strong>di</strong>o parallela?” si legge: “Questo è il problema. Io non posso <strong>di</strong>re<br />
se sia esistita una Gla<strong>di</strong>o parallela. Quello che posso <strong>di</strong>re con<br />
certezza è che la Gla<strong>di</strong>o che conoscevo non esaurisce questo mondo<br />
segreto sotterraneo. Anzi più siamo andati avanti nelle indagini, più<br />
quello <strong>di</strong> Gla<strong>di</strong>o ci è apparso <strong>com</strong>e un ruolo minore”....”quin<strong>di</strong> abbiamo<br />
l’impressione o la quasi certezza che <strong>di</strong> questo mondo sotterraneo non<br />
sappiamo tutto”...”Da qui nascono le due ipotesi a cui accennavo: o<br />
esisteva un livello più sotterraneo della Gla<strong>di</strong>o che non siamo<br />
riusciti a scoprire, oppure la Gla<strong>di</strong>o era stata pensata con una testa<br />
grande e un corpo esile perché il suo <strong>com</strong>pito doveva essere quello <strong>di</strong><br />
attivare altre strutture operative”...Non vorrei violare segreti<br />
istruttori, tuttavia posso <strong>di</strong>re che da una indagine giu<strong>di</strong>ziaria sta<br />
emergendo una ipotesi clamorosa, cioè che quando Andreotti parlò per<br />
la prima volta <strong>di</strong> Gla<strong>di</strong>o, voleva in realtà gettare in qualche modo un<br />
osso all’opinione pubblica per coprire qualcosa <strong>di</strong> più occulto, e<br />
probabilmente anche <strong>di</strong> più antico, rispetto a Gla<strong>di</strong>o”.<br />
La Gla<strong>di</strong>o all’estero e le operazioni in Libia<br />
Che la Gla<strong>di</strong>o abbia operato in Libia, oltre che dall’accenno a cui si<br />
è fatto sopra a proposito del memoriale <strong>di</strong> Moro, può desumersi da<br />
quanto afferma il Sen. Pellegrino nel citato libro ‘Il segreto <strong>di</strong><br />
Stato’, pag. 90.<br />
In risposta alla domanda: ‘Dunque il golpe <strong>di</strong> Gheddafi (che avvenne<br />
l’1 settembre 1969, n.d.r.) al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> Re Idris andava a colpire<br />
forti interessi economici e strategici. L’Italia poteva trarre dei<br />
vantaggi da quel cambio ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> situazione?’, si legge: ‘Sì<br />
certamente, ho ad<strong>di</strong>rittura il sospetto che l’Italia abbia aiutato<br />
Gheddafi a impossessarsi del potere, credo che il Colonnello sia stato<br />
messo proprio da noi alla guida della Libia. Certo la storia del colpo<br />
<strong>di</strong> stato libico è ancora da scrivere, tuttavia sono convinto che<br />
assomiglia molto a quella che ci ha raccontato l’Amm. Martini sul