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Segreti di Stati - Ladysilvia.com

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Perché dette da un uomo politico che milita in quello schieramento politico che, per quanto abbiamo già<br />

detto, ha fornito e fornisce il latte della sua cultura a tutti i magistrati che, requirenti, inquirenti,<br />

giu<strong>di</strong>canti, hanno avuto e hanno ad occuparsi <strong>di</strong> questa causa, perché dette in questa veste e sotto questo<br />

profilo appaiono <strong>com</strong>e un ‘placet’, una sorta <strong>di</strong> ‘imprimatur’, dettato da chi rappresenta in questa città,<br />

con la maggiore autorità, il Gruppo Politico che più <strong>di</strong> tutti incarna la sinistra politica italiana.<br />

Perché, infine, dette dal primo citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> questa città, che per legge è anche Ufficiale <strong>di</strong> Governo, non<br />

possono non influenzare pesantemente e gravemente l’atteggiamento dei magistrati, e togati e laici,<br />

chiamati a decidere del destino degli imputati; quegli stessi Magistrati già per altri e numerosi versi<br />

sottoposti a influenze <strong>di</strong> parte, da stampa e televisione (basti solo pensare alla faziosa ‘relazione’ <strong>di</strong><br />

questo processo che viene quoti<strong>di</strong>anamente propinata dall’e<strong>di</strong>zione regionale del III Canale della<br />

Televisione Nazionale.<br />

Ed anche qui la colpa è nostra.<br />

E, lo <strong>di</strong>co con estrema franchezza, non solo <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>fesa, ma <strong>di</strong> tutti noi <strong>di</strong>fensori. Nessuno escluso.<br />

Visto che nessuno fino ad oggi, ad eccezione <strong>di</strong> coloro che già sollevarono questione <strong>di</strong> legittimo<br />

sospetto, ha osato porre in dubbio che questa sede fosse sede propizia ad un processo sereno.<br />

Ma ancor più <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>fesa che, <strong>com</strong>e detto poc’anzi, ad<strong>di</strong>rittura censurò chi già me<strong>di</strong>tava, e<br />

giustamente, sulla idoneità <strong>di</strong> Bologna ad essere sede <strong>di</strong> questo processo.<br />

Ne facciamo ammenda!<br />

E tanto dovevamo capire sin dal 19/1/1987, data <strong>di</strong> inizio <strong>di</strong> questo processo, quando nell’aula <strong>di</strong> Dozza<br />

assistemmo all’incre<strong>di</strong>bile ed inusuale pre<strong>di</strong>sposizione delle prime cinque fila <strong>di</strong> poltrona destinate ad<br />

accogliere gli sponsors politici <strong>di</strong> questo processo; che allora accorsero numerosi a far mostra del loro<br />

peso politico, del loro consenso, del loro ‘tacito’, ma severo ammonimento!!!<br />

E tanto dovevamo capire perché allora la Difesa venne relegata nelle ultime fila.<br />

Perché era, <strong>com</strong>e è, l’ultima cosa, l’ultima presenza in questo processo, ingombrante balzello o pedaggio<br />

da pagare a quelle norme sostanziali, rituali, etiche e costituzionali che recitano l’inalienabilità e<br />

l’inviolabilità delle norme che vogliono gli imputati assistiti dal <strong>di</strong>fensore.<br />

Allora avremmo dovuto capire quale si voleva che fosse, là dove si puote e si vuole, il ruolo della Difesa.<br />

Una volta, lo ricor<strong>di</strong>amo bene e volentieri gliene <strong>di</strong>amo atto, lo stesso Presidente Mario ANTONACCI si<br />

dette conto <strong>di</strong> questa realtà, della inutilità sostanziale della presenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fesa non in grado <strong>di</strong><br />

adempiere ai suoi <strong>com</strong>piti.<br />

Voi tutti lo ricorderete: era un’u<strong>di</strong>enza in cui i <strong>di</strong>fensori <strong>di</strong> Parte Civile si scatenarono contro un imputato<br />

<strong>di</strong> questo processo non presente in aula, non assistito dal <strong>di</strong>fensore <strong>di</strong> fiducia anch’esso assente, talché<br />

tutti restammo piacevolmente sorpresi della grinta messa in luce dal sostituto d’u<strong>di</strong>enza. Al quale non<br />

avremmo fatto certo cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> tanta capacità a rispondere con atti <strong>di</strong> guerra ad atti <strong>di</strong> guerra. Per <strong>di</strong> più<br />

pro<strong>di</strong>toria perché condotti in assenza e dell’inimico e del suo <strong>di</strong>fensore <strong>di</strong> fiducia.<br />

Anche questo atto che denota quella <strong>di</strong>sparità fra accusa e <strong>di</strong>fesa su cui torneremo.<br />

Ma tanto non toglie, nonostante l’allora apprezzato intervento del Presidente Antonacci, che l’esame<br />

attento degli atteggiamenti degli ambienti politico-sindacali <strong>di</strong> questa città, la lettura attenta dei manifesti<br />

affissi in occasione del VII Anniversario della Strage, serva a togliere maggiormente, seppur qualcosa era<br />

rimasto, ogni garanzia <strong>di</strong> serena celebrazione <strong>di</strong> questo processo.<br />

Diremmo e <strong>di</strong>ciamo <strong>di</strong> più:

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