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fatto che il corso risale al settembre del 1999 e, quin<strong>di</strong>, nel pieno<br />
<strong>di</strong> quel periodo dal 1996 al 2001 che l’amministrazione ha giu<strong>di</strong>cato<br />
così negativamente da giustificare la <strong>di</strong>spensa dal servizio del<br />
ricorrente.<br />
Non è questa la sede per accertare se l’eventuale considerazione del<br />
giu<strong>di</strong>zio riportato dal ricorrente nel corso <strong>di</strong> aggiornamento avrebbe<br />
potuto determinare un <strong>di</strong>verso esito del proce<strong>di</strong>mento.<br />
Però è certo che l’istruttoria svolta dall’amministrazione è stata<br />
in<strong>com</strong>pleta e, pertanto, a prescindere dal dolo o dalla colpa degli<br />
agenti, il provve<strong>di</strong>mento finale risulta infine illegittimo per<br />
inadeguatezza dell’istruttoria, per manifesta irragionevolezza e per<br />
sviamento <strong>di</strong> potere.<br />
IV. Violazione degli artt. 12 e 17 della legge n. 1168/1961 -<br />
Violazione della Circolare del Comando generale dell’Arma n. 18999-<br />
20/D-29 del 10.11.1990 - Eccesso <strong>di</strong> potere per sviamento.<br />
Il Comandante <strong>di</strong> Compagnia del ricorrente, con la nota del 31 gennaio<br />
2002, aveva proposto la <strong>di</strong>spensa dal servizio permanente del<br />
ricorrente «per scarso ren<strong>di</strong>mento, nonché gravi reiterate mancanze<br />
<strong>di</strong>sciplinari che siano state oggetto <strong>di</strong> consegna <strong>di</strong> consegna <strong>di</strong><br />
rigore» [doc. 2].<br />
Successivamente, però, sia la COVA [doc. 3] che il Direttore generale<br />
del Personale militare [doc. 1], hanno dato seguito e,<br />
rispettivamente, accolto la proposta <strong>di</strong> destituzione limitatamente<br />
alla fattispecie dello «scarso ren<strong>di</strong>mento».<br />
Sennonché, a mente della circolare del Comando Generale dell’Arma n.<br />
18999-20/D-29 del 10 novembre 1990, «l’elemento essenziale» dello<br />
“scarso ren<strong>di</strong>mento” rimane lo scadente ed improduttivo modo <strong>di</strong> operare<br />
dell’interessato, dovuto non tanto a mende <strong>com</strong>portamentali quanto ad<br />
«una sostanziale incapacità a fornire un ren<strong>di</strong>mento accettabile».<br />
Eventuali mancanze <strong>di</strong>sciplinari o altri elementi negativi possono<br />
costituire «fattori <strong>com</strong>plementari» quando le carenti prestazioni siano<br />
già configurate da obbiettivi elementi sintomatici <strong>di</strong> «inettitu<strong>di</strong>ne a<br />
raggiungere il normale ren<strong>di</strong>mento» [doc. 43].<br />
Nello stesso senso è orientata la giurisprudenza allorché afferma che<br />
connota lo scarso ren<strong>di</strong>mento «l’inidoneità del lavoratore allo<br />
svolgimento dei <strong>com</strong>piti affidatigli, per mancanza delle capacità e<br />
della preparazione necessarie» (Cass., sez. lav., 20-11-2000, n.<br />
14964); «l’inidoneità a sod<strong>di</strong>sfare con sufficiente regolarità le<br />
esigenze <strong>di</strong> servizio» (T.a.r. Piemonte, sez. II, 21-05-1996, n. 300);<br />
«l’inattitu<strong>di</strong>ne del <strong>di</strong>pendente a raggiungere il normale ren<strong>di</strong>mento<br />
richiesto dal tipo <strong>di</strong> mansioni inerenti al suo ufficio» (Cass., sez.<br />
lav., 22-11-1996, n. 10286); «l’inidoneità del soggetto a fornire il<br />
livello <strong>di</strong> prestazione e <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento richiesti» (C. Stato, sez. V,<br />
11-04-1990, n. 347); o, più semplicemente, «l’inidoneità al servizio»<br />
(C. Stato, sez. V, 13-10-1988, n. 560).<br />
Il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>di</strong>spensa per scarso ren<strong>di</strong>mento ha, pertanto, il<br />
suo fondamento in fatti che <strong>com</strong>portino un’oggettiva inidoneità del<br />
<strong>di</strong>pendente a svolgere le mansioni assegnategli, cosicché il suo<br />
standard <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento non raggiunge i livelli minimi, normalmente<br />
richiesti dal servizio svolto.<br />
Quando, invece, i fatti che danno luogo al ren<strong>di</strong>mento insufficiente<br />
sono caratterizzati, non da un’obiettiva incapacità del soggetto,<br />
bensì da un atteggiamento volutamente contrario ai propri doveri <strong>di</strong><br />
pubblico <strong>di</strong>pendente, e <strong>com</strong>e tali siano stati al <strong>di</strong>pendente contestati,<br />
sussiste una semplice infrazione <strong>di</strong>sciplinare, <strong>com</strong>e tale sanzionabile<br />
attraverso i provve<strong>di</strong>menti a tal fine specificamente pre<strong>di</strong>sposti dalla<br />
vigente normativa e la cui adozione è subor<strong>di</strong>nata al rispetto del<br />
<strong>di</strong>verso proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>sciplinare (T.a.r. Sardegna, 17-12-1985, n.<br />
687).<br />
Nel caso <strong>di</strong> specie, oggettivamente, non possono essere poste in dubbio