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durissima. Ogni militante doveva conoscere unicamente i nomi <strong>di</strong><br />
battaglia dei soli membri del suo gruppo. Un solo membro del gruppo<br />
(generalmente formato da cinque o sette persone) aveva rapporto con<br />
ognuna delle altre strutture collegate; a volte si trattava <strong>di</strong> un<br />
nucleo piccolo, con solo tre squadre: operativo (azioni), informativo<br />
(si occupava <strong>di</strong> raccogliere le informazioni necessarie per progettare<br />
le azioni militari) e logistico (depositi <strong>di</strong> armi, mezzi, case,<br />
contatti con me<strong>di</strong>ci, avvocati etc.), a volte il nucleo aderiva (in<br />
modo più o meno stabile) a un'organizzazione più grossa (<strong>com</strong>e i Nap o<br />
le BR) ma la legge della <strong>com</strong>partimentazione non cambiava. Questa della<br />
segretezza e della <strong>com</strong>partimentazione (NdR: ve<strong>di</strong> Capitolo XVI) era una<br />
fissa, nessuno doveva conoscere nessuno all'infuori delle esigenze<br />
operative ("...on a need to know basis..." - cap. XX). Per questo<br />
ognuno aveva un nome <strong>di</strong> battaglia. Il primo or<strong>di</strong>ne che si riceveva<br />
can<strong>di</strong>dandosi ad entrare in un'organizzazione militare era <strong>di</strong> rendersi<br />
invisibile, aerire esteriormente alla massa anonima, non alzare mai la<br />
voce, <strong>di</strong>re a tutti che si mollava la politica, etc. Ed è chiaro che<br />
qualunque gruppo armato che volesse sopravvivere più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci minuti<br />
avrebbe dovuto fare così. Quello che succedeva in realtà era che tutti<br />
sapevano vita, morte e miracoli del loro gruppo, <strong>di</strong> tutti gli altri<br />
gruppi italiani e anche <strong>di</strong> qualche formazione straniera. Il delirio<br />
totale. Quando qualche terrorista faceva una cazzata mostruosa tutta<br />
la stampa cercava motivi misteriosi o macchinazioni fantapolitiche per<br />
spiegare i fatti, non riuscendo minimamente a pensare che un<br />
brigatista potesse essere stupido <strong>com</strong>e un panda. Non so quanti<br />
terroristi furono arrestati perché avevano perso la carta d'identità o<br />
i piani per un'evasione, quanti covi furono trovati perché smarrirono<br />
le chiavi con la targhettina <strong>di</strong> plastichetta con su il loro in<strong>di</strong>rizzo<br />
e quanti finirono dentro perché avevano in tasca cinque carte<br />
d'identità false tutte con la propria fotografia. Nessuno arrivava mai<br />
in orario, c'era quello che voleva portarsi la fidanzata in un'azione<br />
<strong>di</strong> fuoco, inciampava con le bombe incen<strong>di</strong>arie, bruciava l'auto<br />
sbagliata, sparava all'uomo sbagliato. Inneschi rotti, timer in<br />
ritardo, cacciaviti sdentati, bulloni stretti male, incidenti d'auto.<br />
Gente che prendeva un autobus che andava da un'altra parte, che<br />
scappava con i sol<strong>di</strong>, che voleva far fuori l'amante <strong>di</strong> sua moglie,<br />
andare a letto con quella del logistico, rubare a casa <strong>di</strong> un avvocato.<br />
Per non parlare <strong>di</strong> quanti non furono presi solo perché la polizia era<br />
ancora più <strong>di</strong>stratta <strong>di</strong> loro, <strong>com</strong>e Marco Barbone che perse una borsa<br />
piena <strong>di</strong> bottiglie molotov con su scritto nome, cognome, classe e<br />
scuola... lo presero solo cinque anni dopo, ma evidentemente <strong>di</strong><br />
cazzate ne deve aver fatte un vagone. Mi ricordo quando per otto<br />
riunioni <strong>di</strong> seguito chiesi a Toni Negri: "Noi siamo, metti, anche<br />
7.000, loro sono almeno 2 milioni e hanno l'aviazione, se qui si<br />
inizia a sparare <strong>com</strong>e facciamo a vincere?". Lui si incazzava <strong>com</strong>e una<br />
biscia e <strong>com</strong>inciava a <strong>di</strong>re cose che c'entravano <strong>com</strong>e cavoli a merenda.<br />
Da qui iniziava il caos perché tutti <strong>com</strong>inciavano a litigare su tutto.<br />
Dopo tre ore la riunione finiva senza che peraltro Negri avesse<br />
risposto al mio semplice quesito numerico-militare-strategico. E non<br />
erano le riunioni del circolo del tennis ma quelle della mitica<br />
"segreteria citta<strong>di</strong>na clandestina" <strong>di</strong> Rosso, che secondo Fioroni<br />
<strong>di</strong>rigeva il nostro esercito. In un anno non si riuscirono a fare più i<br />
<strong>di</strong>eci riunioni perché, sic<strong>com</strong>e eravamo fanatici della segretezza,<br />
nessuno ci <strong>di</strong>ceva mai dove si dovesse tenere. Ci venivano dati<br />
appuntamenti clandestini, dove ci trovavamo in due o tre, e poi da lì<br />
si confluiva all'appuntamento centrale. La metà delle volte la<br />
riunione saltava perché tutti si perdevano e nessuno riusciva ad<br />
arrivare. Altro che barzellette sui carabinieri! In un anno non si<br />
riuscì neanche a decidere quali puntine da <strong>di</strong>segno usare. Certo che<br />
poi le BR facevano scalpore perché avevano la macchina da scrivere con<br />
le testine rotanti! I giornalisti hanno scritto chilometri quadrati <strong>di</strong>