Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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L’<strong>integrazione</strong> dell’agricoltura negli strumenti urbanistici dell’area di studio<br />
La visione strategica del territorio regionale si fonda su tre elementi essenziali:<br />
sistemi strutturanti, linee strategiche di sviluppo e progetti territoriali strategici. In<br />
questo contesto, lo spazio rurale è considerato uno dei “sistemi strutturanti” del<br />
territorio regionale, insieme al sistema ambientale e storico-culturale. Infatti, da<br />
un lato, «il sistema ambientale e storico-culturale rappresenta un patrimonio fondamentale<br />
della Regione e <strong>una</strong> ragione primaria del suo ruolo all’interno del<br />
contesto nazionale» e, dall’altro, «lo spazio rurale si definisce come componente<br />
strutturante del paesaggio e della storia dei luoghi, oltre che come settore produttivo<br />
di importanza primaria». Tra le azioni strategiche si prevede, in linea con le<br />
indicazioni degli strumenti urbanistici precedenti, di incentivare le produzioni di<br />
qualità e di stimolare <strong>una</strong> filiera ambientalmente sostenibile, partendo dalla produzione<br />
fino alla distribuzione, attraverso l’incentivazione di metodi di produzione<br />
a basso impatto e a reti di distribuzione “a km. zero”.<br />
b. Piano Paesaggistico Regionale<br />
Al DST si affianca il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) 103 , strumento, ancora<br />
in fase di pre-adozione, che è stato costruito in cooperazione con i diversi livelli<br />
istituzionali. Il PPR è «lo strumento unico di pianificazione paesaggistica del territorio<br />
regionale che […] mira a governare le trasformazioni del territorio al fine<br />
di mantenere i caratteri identitari peculiari del paesaggio umbro perseguendo<br />
obiettivi di qualità paesaggistica» (art. 15, LR 13/2009). Considerando che il Piano<br />
non è stato ancora approvato, vengono riportati in questa sede solo alcuni elementi<br />
di novità e di interesse, introdotti in merito all’agricoltura e agli spazi agricoli.<br />
Il PPR individua 19 paesaggi identitari che «costituiscono il riferimento culturale<br />
per l’osservazione della regione dall’esterno ma anche il tramite attraverso<br />
cui gli abitanti riconoscono la loro appartenenza al territorio regionale», e demanda<br />
alla Provincia l’individuazione dei paesaggi di scala vasta (o paesaggi della<br />
percezione) e ai Comuni l’individuazione dei paesaggi locali (o paesaggi<br />
dell’abitare) sempre all’interno degli orientamenti regionali.<br />
Un elemento di grande interesse del Piano è il modello di gestione proposto,<br />
quello della governance multilivello che «mira a far convergere le strategie dei<br />
singoli attori su obiettivi comuni condivisi e a far condividere le responsabilità<br />
della tutela almeno tra i principali soggetti di governo del territorio» (Relazione<br />
PPR, 2009 : 6).<br />
Agli enti infatti viene richiesto di saper orientare i processi di trasformazione<br />
dopo averli previsti. La previsione delle trasformazioni e la loro gestione viene<br />
103 Il Piano Paesaggistico Regionale è stato prodotto da un gruppo redazionale composto da funzionari regionali coordinati<br />
dal Direttore Regionale Luciano Tortoioli e da un gruppo di esperti coordinati da Alberto Clementi e Gianluigi Nigro. Il<br />
Piano è stato preadottato dalla Regione dell’Umbria il 5 ottobre 2009. Nella stessa data la Regione dell’Umbria ha anche<br />
firmato un’intesa con il MIBAC e il Ministero dell’Ambiente.<br />
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