Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
10 Conflitti e contrasti in atto<br />
Dall’indagine diretta presso gli imprenditori e gli amministratori locali, nonché<br />
dall’analisi degli strumenti urbanistici e delle loro revisioni sono emersi contrasti<br />
e conflitti tra i diversi attori economici e sociali generati dall’esercizio dell’attività<br />
agricola. Per orientarsi <strong>nella</strong> pluralità delle situazioni osservate, occorre innanzitutto<br />
precisare la loro natura, nel senso che si intende qui per “contrasto” la divergenza<br />
sui contenuti, che riguarda quindi l’oggetto del contendere, mentre il “conflitto”<br />
si sviluppa sul piano delle relazioni fra i soggetti che si scontrano.<br />
In questo capitolo, senza addentrarci nell’ampia e complessa casistica degli<br />
“scontri” rilevati, vengono presentati due casi in qualche modo esemplari sia del<br />
conflitto (Bettona), che del contrasto (Cannara). Certamente non è casuale che<br />
queste situazioni si siano sviluppate in due comuni sostanzialmente privi di strumenti<br />
di pianificazione come Bettona, che ha adottato il primo PRG solo nel<br />
2008, e Cannara, che non si è ancora dotata di questo strumento.<br />
10.1 Conflitti in atto a Bettona: gli allevamenti suinicoli e l’emergenza<br />
della questione ambientale<br />
Nel comune di Bettona l’allevamento zootecnico, in particolare quello dei suini,<br />
ha sempre avuto un “peso” rilevante nell’economia della zona, segnalato anche<br />
da fonti storiche: «crescono in buon numero gli animali suini» (Bianconi, 1893:<br />
25).<br />
La progressiva crescita del patrimonio suinicolo, che alla fine degli anni ‘80<br />
aveva raggiunto i 40.000 capi (rispetto agli 8.000 presenti nel 1960) distribuiti in<br />
24 allevamenti, aveva reso necessaria la costruzione di un depuratore per il trattamento<br />
e lo smaltimento dei liquami, ma la situazione non sembrava destare preoccupazioni,<br />
tanto che in uno studio di carattere geografico sulla realtà socioeconomica<br />
del comune si affermava che «il biogas prodotto [dal depuratore] è<br />
utilizzato per il funzionamento dello stesso impianto e per il riscaldamento delle<br />
serre degli orto-floro-frutticoltori, mentre il liquame digerito viene utilizzato per<br />
la fertirrigazione, consentendo così di evitare l’aggravamento delle già precarie<br />
condizioni di «salute» del fiume Chiascio» (Sacchi De Angelis, 1989: 53).