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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’<strong>integrazione</strong> dell’agricoltura negli strumenti urbanistici dell’area di studio<br />

zione del secondo PRG della città. Il primo Piano elaborato da Astengo si proponeva<br />

di conciliare le opposte esigenze di rinnovamento e di conservazione della<br />

città, dettando «gli indirizzi per la trasformazione dell’intero territorio e la salvaguardia,<br />

a grandi linee, del paesaggio» (Astengo, 1958: 2). Questo piano si può<br />

considerare come un “piano paesistico” per la forte tutela del paesaggio e<br />

dell’ambiente, garantita anche attraverso l’apposizione del vincolo di inedificabilità<br />

sul colle storico di Assisi, sia per preservare la città storica che il suo paesaggio<br />

agrario. Una scelta coraggiosa che si è rivelata lungimirante, assunta dal progettista<br />

in un momento in cui si ponevano con grande forza due temi cruciali:<br />

quello della tutela e del ruolo dei centri storici (ANCSA, Carta di Gubbio 108 ) e<br />

quello delle sorti dell’agricoltura, che era pur sempre il settore economico “primario”,<br />

che impegnava in quegli anni la maggioranza della popolazione attiva e i tre<br />

quarti del territorio.<br />

Minuziosa e complessa è l’analisi che Astengo fa del settore agricolo del comune<br />

di Assisi, con la collaborazione dell’ingegnere Mario Bianco. Vengono infatti<br />

calcolati l’unità nutritiva elementare e l’unità minima poderale per stabilire<br />

rispettivamente se la superficie agricola com<strong>una</strong>le era sufficiente a soddisfare le<br />

esigenze nutritive degli abitanti del territorio considerato e se l’ampiezza media<br />

dei poderi era tale da soddisfare i bisogni di <strong>una</strong> famiglia mezzadrile. Il Piano,<br />

lungimirante per l’epoca in cui viene elaborato, considerando anche l’assenza di<br />

riferimenti normativi in materia a livello nazionale, oltre a valutare le aree agricole<br />

con appositi indicatori, introduce <strong>una</strong> disciplina specifica per le zone agricole e<br />

definisce anche le azioni necessarie per incrementare la produzione agricola, distinguendo<br />

gli interventi per zone altimetriche. Astengo però non arriva a zonizzare<br />

le aree agricole, che individua solo in base all’uso del suolo.<br />

Infine Astengo propone l’istituzione di un “Osservatorio agronomico” 109 con lo<br />

scopo di approfondire gli studi sull’agricoltura com<strong>una</strong>le, di realizzare cartografie<br />

l’approvazione del secondo PRG la situazione si complicò ulteriormente per la contemporanea vigenza di ben tre strumenti<br />

urbanistici. Un rimedio fu apportato solo con la legge regionale n. 26/1976 che attribuiva al “piano regolatore generale di<br />

Assisi, approvato con decreto del Ministro dei lavori pubblici del 30 marzo 1972, n. 1696 e sue successive varianti […] il<br />

valore e l' efficacia di piano territoriale paesistico, previsto dall' art. 5 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, sostituendo la<br />

regolamentazione paesistica precedentemente in vigore”. La legge 26/1976 è stata abrogata con legge 11/2005 per evitare<br />

che ogni procedura connessa al PRG divenisse paesistica. Infatti ogni variante doveva avere un doppio provvedimento in<br />

quanto il comune non aveva competenza per intervenire sul paesaggio. Nel frattempo era stato approvato il PTCP con<br />

valenza paesistica (art 14. legge 28/1995). Il Comune ha tentato di contrapporsi all’applicazione del PTCP nel proprio<br />

territorio, sostenendo che Assisi disponeva già di un proprio PTP approvato dal Ministero, legato anche alla Legge speciale,<br />

che nel frattempo era stata abrogata. (nota elaborata da informazioni tratte da Urbanistica, PRG Assisi 1966, intervista<br />

all’architetto Marina Marini, già dirigente del settore Pianificazione e Gestione del Territorio del Comune di Assisi).<br />

108 L’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici, ANCSA, è stata creata a conclusione del “Convegno nazionale per la<br />

Salvaguardia e il Risanamento dei Centri Storici”, tenutosi a Gubbio il 17-19 settembre 1960, allo scopo di promuovere<br />

iniziative per la salvaguardia e il recupero delle strutture insediative storiche. In quella occasione è stata approvata<br />

all’<strong>una</strong>nimità, dai partecipanti al Convegno, <strong>una</strong> dichiarazione di principi sulla salvaguardia ed il risanamento dei centri<br />

storici, denominata “Carta di Gubbio”. Giovanni Astengo, che stava lavorando al PRG di Gubbio, è stato il promotore e<br />

l’animatore dell’Associazione che, non a caso, ha scelto Gubbio come propria sede.<br />

109 L’Osservatorio agronomico, auspicato da Astengo, avrebbe dovuto essere “fornito di biblioteca, di cineteca, di museo<br />

naturale, di gabinetti scientifici e di alcuni poderi o campi sperimentali (alcuni dei quali potrebbero essere forniti<br />

dall’ECA) e diventare il centro propulsore di ricerche , di iniziative, di esperimenti e di dibattiti. La vicina Facoltà di<br />

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