Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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Il settore agricolo dell’area di studio<br />
Il secondo asse presenta un tasso di inerzia del 6,7% pari al 19,6% della varianza<br />
totale. Se si analizzano i contributi assoluti cumulati dalle variabili che più<br />
influiscono alla formazione dell’asse, si nota come essi riguardino caratteristiche<br />
che fanno riferimento ad aziende pluriattive non professionali.<br />
I contributi, come si può verificare dalla lettura della tabella 8.9, relativi alle<br />
modalità che meglio caratterizzano la parte positiva dell’asse, denotano la presenza<br />
di aziende cerealicole, prevalentemente aziende non imprese, che impiegano<br />
meno di <strong>una</strong> unità lavorativa.<br />
Si tratta di aziende in cui il premio comunitario ha un’importanza media sul<br />
reddito lordo (tra il 25 e il 50%), la coltura prevalente è costituita da cereali, con<br />
<strong>una</strong> limitata presenza della vite, e allevano qualche capo di bestiame.<br />
Sono localizzate prevalentemente nei Comuni di Bastia Umbra e di Cannara.<br />
Non presentano forme di diversificazione come quella agrituristica e non si caratterizzano<br />
per imprenditorialità o specializzazione (mancanza di partita IVA, ridotta<br />
dimensione economica).<br />
L’interpretazione di questo asse può quindi essere spiegata nell’espressione<br />
“agricoltura pluriattiva-cerealicola” intendendo con pluriattiva un’agricoltura<br />
part-time, praticata da soggetti, le cui entrate derivano anche da altri settori, come<br />
per esempio quello dell’industria che a Bastia e Cannara riveste un peso rilevante.<br />
Il terzo asse presenta un tasso di inerzia del 5,2%, pari al 24,8% della varianza<br />
totale. Se si analizzano i contributi assoluti, cumulati dalle variabili che più influiscono<br />
alla formazione dell’asse, si nota come esse riguardino caratteristiche<br />
che fanno riferimento ad un’agricoltura pluriattiva, specializzata nelle colture<br />
permanenti.<br />
Come si evince dalla lettura della tabella 8.10, i contributi relativi alle modalità<br />
che meglio caratterizzano la parte positiva del terzo asse, indicano imprese piccole<br />
a orientamento specializzato in colture permanenti, principalmente olivo (come<br />
determinato dal valore di classe di uso del suolo e dalla variabile illustrativa OTE)<br />
e con policoltura. Si tratta di imprese con un basso impiego di manodopera e con<br />
<strong>una</strong> superficie agricola utile tra i 2 e i 20 ha, situate prevalentemente nel comune<br />
di Assisi e dotate in molti casi di <strong>una</strong> superficie a bosco. Alcune di queste aziende<br />
presentano forme di diversificazione come quella agrituristica. Il premio PAC incide<br />
sul reddito meno del 25%.<br />
L’interpretazione di questo asse può quindi essere spiegata nell’espressione<br />
“agricoltura olivicola-differenziata”.<br />
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