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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’evoluzione del concetto di spazio rurale e di agricoltura nel territorio e <strong>nella</strong> Politica<br />

Agricola Comunitaria<br />

nomici e sociali» (Anania, Tenuta, 2006: 17). Gli autori sottolineano come questo<br />

approccio più articolato allo studio della ruralità corrisponda all’evoluzione nel<br />

tempo dell’accezione di “territorio rurale”, che non viene più definito semplicisticamente<br />

come agricolo, residuale, periferico e in ritardo di sviluppo, in contrapposizione<br />

a un territorio urbano moderno, centrale e ricco. È questo nuovo rapporto<br />

che si cercherà di mettere in evidenza in questo capitolo attraverso l’analisi<br />

dell’evoluzione del ruolo dell’agricoltura e dello spazio rurale nel rapporto tra città<br />

e campagna e <strong>nella</strong> politica agricola comune, prestando <strong>una</strong> particolare attenzione<br />

ad alcune esperienze di “co-costruzione” degli spazi agricoli e al “modello<br />

agricolo europeo”. L’intento è di far emergere come sia alcune innovative esperienze<br />

di pianificazione degli spazi agricoli che le politiche agricole concordino<br />

nel proporre un governo del territorio, basato sull’<strong>integrazione</strong> delle risorse sociali,<br />

ambientali ed economiche e sulla partecipazione attiva degli attori territoriali<br />

nelle scelte di pianificazione e di sviluppo della città.<br />

2.1 L’evoluzione del rapporto tra gli spazi agricoli periurbani e il sistema<br />

insediativo: sinergie e conflitti<br />

La necessità di regolare i rapporti tra spazi urbani e rurali attraverso la pianificazione<br />

è emersa in Europa circa due secoli fa.<br />

Le profonde trasformazioni, innescate dalle grandi “rivoluzioni” settecentesche<br />

(la rivoluzione industriale, il progresso scientifico, il cambiamento degli assetti<br />

istituzionali e sociali, lo sviluppo economico e demografico), «oltrepassano <strong>una</strong><br />

soglia critica e danno al cambiamento» del paesaggio europeo «<strong>una</strong> svolta rivoluzionaria»<br />

(Benevolo, 2002: 161).<br />

L’industrializzazione con il conseguente inurbamento e l’abbandono delle<br />

campagne, parallelamente al crescere delle città, hanno messo in discussione le<br />

strutture economiche e sociali storicamente sedimentate, decretando la supremazia<br />

del modello urbano e producendo un conflitto tra città e campagna, in particolare<br />

per l’occupazione degli spazi e la gestione delle risorse. Gli sconvolgimenti prodotti<br />

negli assetti economici e sociali ma anche urbanistici hanno sollecitato riflessioni<br />

sulla necessità di <strong>una</strong> regolazione e pianificazione degli spazi, capace di<br />

ricreare un nuovo equilibrio tra città e campagna, tra aree da urbanizzare e aree da<br />

riservare alle attività agricole. Tra i primi più importanti tentativi in questo senso<br />

vi sono quelli proposti da Owen agli inizi dell’Ottocento in <strong>una</strong> prospettiva di socialismo<br />

utopistico, da Howard a inizi Novecento e da Le Courbousier a metà Novecento.<br />

I tre modelli cercano, tenendo conto anche dei problemi sociali e dei conflitti<br />

tra le classi, di ridare <strong>nella</strong> progettazione di nuovi insediamenti <strong>una</strong> struttura e <strong>una</strong><br />

forma alla città (radiale e concentrica nei primi due casi e periferica nel terzo) e<br />

<strong>una</strong> funzione (fondamentalmente di tipo produttivo) all’agricoltura.<br />

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