Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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Assisi: il riconoscimento dell’UNESCO, l’agricoltura e le aree naturali protette<br />
attività adeguate che contribuiscano allo sviluppo socio-economico e alla qualità<br />
della vita delle comunità; attraverso strategie di comunicazione, educazione, ricerca,<br />
formazione e sensibilizzazione; ricercando il coinvolgimento attivo degli<br />
enti locali, a tutti i livelli, <strong>nella</strong> individuazione, tutela e gestione dei beni del patrimonio<br />
mondiale.<br />
È importante sottolineare che gli interventi devono mirare a “conservare” le caratteristiche<br />
dei siti che li hanno elevati a patrimonio mondiale: «Values are expressed<br />
in those things from the past and from nature that we want to conserve<br />
and protect. Values are at the traditional core of conservation» e come sia importante<br />
capire: «What are the limits of acceptable change in these landscapes? And<br />
how can that change be managed? What are the limits of acceptable change in<br />
land-use and agricultural production in such landscapes?» (World Heritage,<br />
2002). Problematiche che diventano di più difficile identificazione e gestione<br />
quando si tratta di paesaggi agrari che sono il risultato di un “farsi di quelle gente<br />
vive” (Sereni, 1972: 19), esiti di pratiche e saperi, nonché di scelte e strategie che<br />
in mancanza di condizioni di vita ritenute accettabili, possono condurre<br />
all’abbandono dell’agricoltura e dunque alla sua trasformazione non per la presenza<br />
ma per l’assenza di intervento umano. Tutelare il paesaggio agrario non significa<br />
dunque «congelarlo quale è e ancora meno [..] riportarlo com’era (ambedue<br />
operazioni impossibili da realizzare) ma [..] guidarne la trasformazione (inevitabile)»<br />
(Scazzosi, 2002: 239). Ne consegue che, oltre a identificare i tratti storici<br />
del singolo paesaggio agrario è necessario comprendere come gestirlo, mantenendo<br />
i suoi caratteri e la sua integrità, senza per questo impedirne lo sviluppo<br />
economico.<br />
LA CANDIDATURA<br />
Assisi nel 2000 viene iscritto alla lista del patrimonio mondiale come “sito culturale”<br />
137 , per il Centro Storico, il suo territorio ed i luoghi francescani. Il processo<br />
di candidatura di Assisi inizia negli anni Ottanta ma il dossier di candidatura<br />
viene presentato solo alla fine degli anni Novanta. Nel dossier di candidatura, presentato<br />
il 30 giugno 1999, Assisi viene descritta come <strong>una</strong> delle poche città nelle<br />
quali «l'expansion moderne ne s'est pas réalisée juste à l'extérieur des anciens<br />
remparts; elle a su en effet maintenir tout autour une grande partie de son paysage<br />
rural historique et conserver ainsi cette identité configurative et fonctionnelle,<br />
millénaire et extraordinaire, qui est la sienne». Caratteristiche di autenticità<br />
e integrità della città e del suo territorio che sono state mantenute grazie alle leggi<br />
di tutela del paesaggio (L n. 1497/1939) e dei monumenti (L n. 1089/1939) e alle<br />
previsioni che sono state inserite nel primo PRG della città. Il sito candidato era<br />
137 “les sites: œuvres de l'homme ou œuvres conjuguées de l'homme et de la nature, ainsi que les zones y compris les sites<br />
archéologiques qui ont une valeur universelle exceptionnelle du point de vue historique, esthétique, ethnologique ou anthropologique”<br />
(art.1 Convenzione).<br />
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