Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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L’area di studio: i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara<br />
La loro associazione è stata confermata anche per la gestione dei servizi turistici<br />
cambiando però la denominazione in “Azienda autonoma di cura, soggiorno e turismo<br />
di Assisi” (1974).<br />
A questa soluzione si è pervenuti dopo che la proposta di aggregare nel comprensorio<br />
“Perugia-Valle Umbra Nord” i comuni di Corciano, Perugia, Assisi, Bastia<br />
Umbra, Bettona, Cannara e Torgiano, formulata nel documento “Uso del territorio<br />
e politica urbanistica” (1972), era stata motivatamente criticata nell’incontro<br />
di partecipazione, tenutosi ad Acquasparta nel novembre 1973. In quella sede, infatti,<br />
sia gli esperti invitati ad esprimere il proprio parere sul merito delle proposte,<br />
sia i rappresentati di alcuni comuni, avevano prospettato il rischio che un<br />
comprensorio così “pesante” potesse costituire un serio ostacolo a quel riequilibrio<br />
territoriale che avrebbe dovuto invece favorire (Uso del territorio, 1974).<br />
Sulla base delle indicazioni emerse nell’incontro di partecipazione, la Regione<br />
Umbria ha promulgato la prima legge urbanistica, LR n. 40/1975 (“Norme per la<br />
definizione dei comprensori e per la formazione degli strumenti urbanistici”), che<br />
provvedeva alla suddivisione del territorio regionale in 12 comprensori (art.10),<br />
associando i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara nel comprensorio<br />
n. 4, il più piccolo della regione con i suoi 292,3 kmq. La presenza di Assisi, che<br />
come centro del movimento francescano ha conquistato <strong>una</strong> enorme rilevanza internazionale,<br />
tale da contendere a Perugia il primato come polo di attrazione turistica,<br />
ha però compensato le modeste dimensioni dell’ambito territoriale.<br />
Naturalmente cambiando la scala dell’osservazione dal livello regionale ad un<br />
sistema di relazioni transregionali, mutano anche le configurazioni degli ambienti<br />
insediativi locali ed è opportuno tenere conto anche di questo diverso posizionamento<br />
dell’area di studio, quando il contesto in cui viene collocata non è più la<br />
regione, ma la più ampia fascia dell’Italia centrale.<br />
In <strong>una</strong> ricerca sull’assetto territoriale dell’Italia centrale, condotta nel 2000 e<br />
mirata ad individuare i caratteri e le dinamiche dei territori transregionali riferiti a<br />
macroaree, l’Umbria risulta inserita <strong>nella</strong> regione appenninica e pre-appenninica<br />
con funzioni di cerniera fra la conurbazione fiorentina e l’area metropolitana romana.<br />
Assumendo come riferimento questo più ampio contesto territoriale, anche<br />
quando si scende ad <strong>una</strong> scala di maggior dettaglio, per analizzare gli “ambienti<br />
insediativi locali” si adotta pur sempre un punto di vista in cui perdono significato<br />
le ripartizioni amministrative, mentre assumono evidenza le trame insediative e le<br />
morfologie abitative e sociali. In questa rappresentazione, il territorio della Valle<br />
Umbra Nord perde la propria unitarietà e si scompone nelle due fasce già segnalate:<br />
quella nord-orientale dell’asse Bastia-Assisi associata alla conurbazione di<br />
Corciano-Perugia nel «sistema urbano nodo-lineare <strong>maggiore</strong> Perugia-Assisi a<br />
carattere manifatturiero-terziario-turistico» e quella sud-occidentale inserita invece<br />
nell’«ambiente poli-nucleare Bettona-Montefalco, a carattere ruralezootecnico»<br />
(Camicia, 2000: 32-33).<br />
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