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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’evoluzione del concetto di spazio rurale e di agricoltura nel territorio e <strong>nella</strong> Politica<br />

Agricola Comunitaria<br />

l’Unione europea [..] comprese le zone svantaggiate e le regioni periferiche; riconoscendo<br />

che lo sviluppo delle zone rurali non può più basarsi unicamente<br />

sull’agricoltura, e che è necessaria <strong>una</strong> diversificazione all’interno e all’esterno<br />

del settore agricolo, al fine di promuovere comunità rurali vitali e sostenibili».<br />

Anche in questa occasione si parla di aree urbane e aree rurali come di due entità<br />

distinte e si riconosce che «il sostegno pubblico alla politica comunitaria di<br />

sviluppo rurale sia pienamente giustificato per favorire il processo di ristrutturazione<br />

del settore agricolo attualmente in corso, lo sviluppo sostenibile delle zone<br />

rurali e un rapporto equilibrato tra il territorio rurale e le zone urbane» 24 .<br />

Nel Regolamento 1698/2005, grazie alla considerazione e alla valutazione delle<br />

conclusioni del Consiglio di Lisbona e Goteborg, per la prima volta vengono<br />

menzionate le aree periurbane come zone di cui tener conto, specificando al punto<br />

11 che «al fine di garantire lo sviluppo sostenibile delle zone rurali, è necessario<br />

concentrarsi su un numero limitato di obiettivi essenziali a livello comunitario,<br />

concernenti la competitività dei settori agricolo e forestale, la gestione del territorio<br />

e l'ambiente, nonché la qualità di vita e la diversificazione delle attività in<br />

tali zone, tenendo conto della diversità delle situazioni, che vanno dalle zone rurali<br />

remote colpite da spopolamento e declino alle zone rurali periurbane che subiscono<br />

la pressione crescente dei centri urbani» 25 . Negli orientamenti si parla di<br />

“aree periurbane” in riferimento a <strong>una</strong> situazione particolare che si può riscontrare<br />

nelle zone rurali e anche di “pressione periurbana” come di un problema specifico<br />

delle aree rurali, come la «disoccupazione, la lontananza o la bassa densità<br />

di popolazione». In entrambi i casi si nota come il termine periurbano assuma solo<br />

connotazioni negative, come fosse <strong>una</strong> problematica da individuare e risolvere.<br />

Nella bozza di risoluzione della Conferenza dell’ARE-Assemblea Regioni Europee<br />

26 sullo sviluppo rurale di Lillehammer (2008) invece si cerca di superare<br />

questo dualismo e si parla di “approccio integrato”, inteso nel senso che «zone<br />

rurali ed aree urbane devono sviluppare sinergie concrete facendo uso dei rispettivi<br />

potenziali per affrontare assieme sfide simili. Le aree rurali devono, da un<br />

canto, diventare più che semplici “circondari” (c’è vita fuori dalla città) ma,<br />

dall’altro, essere strettamente associate e meglio collegate alle attività urbane»; e<br />

di “concertazione” nelle decisioni. Essa infatti invita ad un nuovo modo di lavorare<br />

dove «i policy-maker regionali devono lavorare assieme ad autorità locali,<br />

consigli com<strong>una</strong>li, sindacati, imprenditori agricoli, aziende di trasporto e tutti gli<br />

altri fornitori di servizi, associazioni locali e portatori di interessi coinvolti <strong>nella</strong><br />

24 Le citazioni sono tratte dalle Conclusioni della seconda Conferenza europea sullo sviluppo rurale (Salisburgo, 12 - 14<br />

novembre 2003) “Seminare oggi per il futuro del mondo rurale – costruire <strong>una</strong> politica all'altezza delle nostre ambizioni”,<br />

Bruxelles, 21 novembre 2003, MEMO/03/236.<br />

25 Regolamento del Consiglio dell’Unione Europea n. 1698/2005 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo<br />

Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEARS).<br />

26 L’ARE, creata nel 1985, è la più grande rete indipendente di regioni d’Europa. Ne fanno parte 270 regioni, Umbria inclu-<br />

sa, e 33 paesi.<br />

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