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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’area di studio: i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara<br />

minuzione nel 1956 a causa della gelata, ma dopo alcuni anni l’oliveto è tornato di<br />

nuovo a caratterizzare le zone collinari di Bettona e Assisi.<br />

Le mutate scelte colturali portano come conseguenza anche la comparsa di<br />

nuove architetture come gli essiccatoi per il mais, che si presentano come torri<br />

cilindriche di lamiera lucente, collegate da varie tubazioni; gli essiccatoi del tabacco,<br />

che compaiono come grandi scatoloni metallici a schiera; le serre fisse e<br />

smontabili e, infine, i nuovi impianti zootecnici che sono forse le strutture di<br />

<strong>maggiore</strong> impatto.<br />

Altro vistoso mutamento del paesaggio è il rimboschimento che ha interessato<br />

le pendici del Monte Subasio e alcuni colli limitrofi, che agli inizi del Novecento<br />

si presentavano nudi e pietrosi. I primi rimboschimenti sono stati realizzati attorno<br />

al 1929-30. Al rimboschimento si è provveduto nel passato con due vivai: quello<br />

detto della “Castellana” nei pressi di Armenzano, e quello detto delle “Tre fontane”,<br />

affittato dall’Istituto di Botanica della Facoltà di Agraria di Perugia per la<br />

coltivazione sperimentale di piante officinali (Battistella, 1967).<br />

Il cambiamento del sistema socio-economico ha modificato anche il modo di<br />

vivere e d’abitare. La progressiva riduzione degli addetti in agricoltura ha comportato<br />

<strong>una</strong> diminuzione del presidio umano nel territorio garantito dalla residenza<br />

sparsa. I contadini “<strong>nella</strong> loro corsa a <strong>una</strong> identificazione” hanno abbandonato la<br />

casa rurale che, paradossalmente, è diventata luogo di residenza privilegiata e<br />

ambita per la classe borghese, che prima la disprezzava, ma che ora la ricerca per<br />

la sua “autenticità” nonostante «l’inautenticità del rapporto […] che lo lega a<br />

quella casa» (Turri, 1979: 19). Quindi spesso ad un recupero <strong>nella</strong> forma e nei<br />

materiali corrisponde <strong>una</strong> rifunzionalizzazione e <strong>una</strong> riconversione delle funzioni,<br />

sempre meno legate all’attività agricola e sempre più connesse alla residenza.<br />

Gli elementi identificativi del sistema mezzadrile, come la coltura promiscua,<br />

caratterizzata dalla presenza dell’alberata tosco-umbro marchigiana, le sistemazioni<br />

collinari e la casa rurale hanno perso la loro unità, rappresentata dal “podere”,<br />

e hanno subito trasformazioni sia <strong>nella</strong> funzione che <strong>nella</strong> forma. Come mette<br />

in evidenza anche Lanzani «l’elemento di trasformazione interna più radicale [del<br />

paesaggio agrario] è dato dalla fine di <strong>una</strong> lunga vicenda di <strong>una</strong> storia lenta e originale<br />

di edificazione rurale» (Lanzani, 2003: 120), che si adattava ai materiali<br />

locali e ai territori e che era allo stesso tempo luogo della vita e della produzione.<br />

Proprio per mettere in evidenza le permanenze e le trasformazioni <strong>nella</strong> forma e/o<br />

<strong>nella</strong> funzione nel corso degli ultimi sessant’anni, sono stati analizzati alcuni elementi<br />

(casa rurale, vigneto e oliveto) attraverso “schede di lettura” (Appendice<br />

D). Per ogni “elemento” considerato sono stati indicati tre indicatori di processo:<br />

permanenza, trasformazione e abbandono, assumendo come date di riferimento<br />

per il confronto il 1950 e il 2009. La funzione delle schede è quella di evidenziare<br />

quali siano le permanenze dei caratteri storici ancora riscontrabili nel paesaggio<br />

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