Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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L’<strong>integrazione</strong> dell’agricoltura negli strumenti urbanistici dell’area di studio<br />
Il nuovo sistema di vincoli di tutela paesaggistica introdotto dal PRG comprende:<br />
la fascia adiacente alle mura della città storica che forma un’ “area di contorno”<br />
all’insediamento storico, le falde coperte del colle storico fino alla pianura, il<br />
paesaggio storico collinare e il paesaggio agrario tipico della pianura. Rifiutando<br />
<strong>una</strong> prospettiva estetizzante, Astengo propone <strong>una</strong> valorizzazione del colle storico<br />
di Assisi, del versante collinare affacciato sulla piana umbra e della pianura sottostante,<br />
attribuendo a questi ambiti i «caratteri di “bene culturale”, sia in quanto<br />
paesaggio storicamente strutturato in stretta connessione con gli insediamenti<br />
storici, sia come documentazione insigne di paesaggio agrario storico» (Astengo,<br />
1966a: 12).<br />
In questo nuovo quadro programmatico l’agricoltura ha uno spazio molto più<br />
limitato rispetto al Piano precedente, sia perché vengono sostanzialmente confermate<br />
le previsioni e le indicazioni già date, sia perché <strong>maggiore</strong> è l’attenzione rivolta<br />
all’aspetto paesaggistico. Questa attenzione viene confermata<br />
dall’indicazione di tutelare il «paesaggio agrario storico della pianura […] con<br />
particolari incentivi» e dalla assenza di <strong>una</strong> tavola dedicata all’uso del suolo,<br />
mentre vengono aggiunte due nuove tavole, dove le aree agricole vengono classificate<br />
per la loro valenza paesistica.<br />
Primo PRG di Bastia Umbra (1966)<br />
Negli anni in cui viene elaborato il secondo PRG di Assisi, anche il comune di<br />
Bastia, nel 1965, incarica Giovanni Astengo di redigere il Piano Regolatore Generale.<br />
Gli amministratori prendono questa decisione proprio nel momento di massima<br />
crescita della città per cercare di «regolare e guidare lo sviluppo industriale<br />
che stava portando ad un forte incremento demografico e ad un caotico sviluppo<br />
urbanistico della città […] con l’intento di riordinare la struttura urbana, deformata<br />
da un’espansione informe, pluridirezionale e dispersa, in un assetto funzionale<br />
con <strong>una</strong> «ossatura» di servizi e di attrezzature adeguate e con <strong>una</strong> equilibrata<br />
distribuzione spaziale delle parti» (Astengo, 1966b: 8).<br />
Astengo, considerando la posizione di Bastia Umbra come quella di <strong>una</strong> “cerniera”,<br />
fra il polo di sviluppo di Perugia e il comprensorio della Valle umbra, immagina<br />
«uno sviluppo come polo di attrazione» di nuove attività economiche, industriali<br />
e commerciali.<br />
Per potenziare lo sviluppo ordinato della città, Astengo individua alcuni punti<br />
nodali costituiti da: le vie di comunicazione, la strutturazione del capoluogo e delle<br />
frazioni e il dimensionamento delle aree e dei servizi. L’agricoltura e le aree<br />
agricole quasi non trovano spazio nelle previsioni urbanistiche per la scarsa rilevanza<br />
del settore nell’economia locale. La preservazione di alcune aree agricole<br />
viene vista come funzionale al mantenimento di aree non urbanizzate (più che di<br />
aree agricole produttive); in particolare, vengono individuate due zone: «la fascia<br />
di distacco dal confine di Assisi, per evitare la saldatura con l’abitato di Santa<br />
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