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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Gli agricoltori<br />

Enti di riferimento. Questo in parte è attribuibile alla loro scarsa informazione,<br />

all’elevato numero di normative e al loro cambiamento costante ed anche alla zonizzazione<br />

delle aree agricole e ai vincoli apposti dai diversi Enti competenti. Dalle<br />

interviste inoltre è emersa l’oggettiva difficoltà da parte degli imprenditori ad<br />

identificare l’esatta localizzazione dei vincoli soprattutto nel territorio del comune<br />

di Assisi, dove le delimitazioni si sovrappongono, per cui <strong>una</strong> stessa azienda potrebbe<br />

essere “frammentata” in più di <strong>una</strong> zona e ricadere all’interno di un “cono<br />

visivo” o in un’area SIC o <strong>nella</strong> zona del Parco, rendendo in questo modo difficile<br />

capire come e dove sia possibile intervenire e investire.<br />

Sezione IX: Futuro dell’azienda considerando fattori endogeni ed esogeni<br />

(FA)<br />

Diverse sono le ragioni fornite dagli imprenditori per motivare la scelta di dedicarsi<br />

all’attività agricola. La maggior parte degli intervistati, soprattutto i più<br />

anziani, hanno indicato come motivazione la passione e la tradizione mentre i più<br />

giovani il lavoro e la tradizione. C’è anche chi ha sottolineato come l’agricoltura<br />

stia diventando sempre di più un’attività hobbystica, non tanto per la quantità di<br />

tempo che vi è dedicata, quanto per il capitale circolante richiesto, che spesso non<br />

viene recuperato con la vendita del prodotto.<br />

Il ricambio generazionale sembra essere garantito all’interno delle imprese vitivinicole<br />

e ortofrutticole, mentre maggiori difficoltà sembrano avere le imprese a<br />

specializzazione cerealicola e zootecnica. Le motivazioni risiedono nel fatto che i<br />

figli degli imprenditori zootecnici non se la sentono di intraprendere un’attività<br />

che richiede un grande impiego di manodopera e pesanti turni di lavoro, mentre<br />

l’attività cerealicola, a causa della fluttuazione dei prezzi del mercato, rende i<br />

guadagni troppo incerti e non invoglia i giovani a continuare il lavoro dei loro genitori.<br />

C’è però da considerare l’altra faccia della medaglia. La crisi economica,<br />

che ha investito tutti i settori, sta facendo riflettere alcuni giovani sulla possibilità<br />

di continuare l’attività dei genitori, in quanto non riescono a trovare lavoro in altri<br />

settori più corrispondenti agli studi condotti.<br />

Per quanto riguarda le prospettive future, la maggior parte degli intervistati<br />

pensa di portare avanti la propria attività allo stesso modo, in quanto qualsiasi investimento<br />

strutturale o nell’ordinamento produttivo richiede un impiego di capitali<br />

e anche un rischio, che la maggior parte degli imprenditori non si sente di assumere.<br />

Il 2013, che è stato indicato forse con enfasi sia nelle ipotesi che nelle problematiche<br />

della ricerca come “anno soglia”, è visto come un anno di cambiamento e<br />

viene atteso in modo passivo soprattutto da parte di quegli imprenditori fortemente<br />

sostenuti dalla Politica Agricola Comune. Le aziende più competitive e meglio<br />

strutturate, che sembrano anche meno preoccupate per l’imminente riforma della<br />

PAC, appaiono quelle ortofrutticole, viti-vinicole e alcune aziende zootecniche,<br />

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