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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’area di studio: i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara<br />

dei prodotti agricoli, hanno messo in crisi questo sistema socio-economico, innescando<br />

<strong>una</strong> profonda mutazione, non solo nel settore agricolo, e quindi nel paesaggio<br />

agrario, ma anche nel modo di vivere, di abitare e di relazionarsi.<br />

È necessario un approfondimento della struttura socio-economica mezzadrile,<br />

per comprendere le evoluzioni del sistema socio-economico e le permanenze ancora<br />

leggibili <strong>nella</strong> struttura del paesaggio agrario e del settore agricolo dell’area<br />

di studio. Prima di approfondire gli elementi che caratterizzavano questo sistema,<br />

bisogna premettere che complessi e articolati erano sia gli assetti proprietari (nobiliari,<br />

ecclesiastici, borghesi, coltivatori diretti, forme di proprietà collettiva), sia<br />

la forma di conduzione dei terreni (a mezzadria, diretta, con salariati, “usi civici”),<br />

che si sono peraltro evoluti nel tempo.<br />

Si è deciso di trattare con <strong>maggiore</strong> attenzione le caratteristiche della struttura<br />

agraria mezzadrile, in quanto è a quest’ultime che spesso si fa riferimento, quando<br />

si considera il patrimonio rurale e il “paesaggio agrario tradizionale”.<br />

Il carattere costituivo della mezzadria, caratterizzato da tratti omogenei nelle<br />

varie zone di diffusione, pur mantenendo la varietà delle vocazioni paesaggistiche<br />

locali, è rappresentato dall’appoderamento delle vaste proprietà nobiliari o ecclesiastiche<br />

che venivano suddivise in parcelle misurate sulla capacità di lavoro di<br />

<strong>una</strong> famiglia colonica, che si impegnava a coltivare l’appezzamento, denominato<br />

“podere”, dove risiedeva. La mezzadria era un contratto agrario di tipo associativo<br />

che legava il proprietario concedente con il mezzadro e la sua famiglia per la coltivazione<br />

del podere e per l’esercizio delle attività connesse, al fine di dividere più<br />

o meno a metà (o secondo proporzioni fissate dalla legge o dalle consuetudini) i<br />

prodotti e gli utili. «La mezzadria pertanto è prima di tutto opera della città. Le<br />

classi cittadine vi hanno scorto il mezzo più sicuro per mettere le mani sulla campagna,<br />

per aumentare la produzione ed assicurarsi l’approvvigionamento, se non<br />

qualche volta il potere» (Desplanques, 1975: 285) Questo sistema di conduzione<br />

porta ad <strong>una</strong> “invasione” della campagna attraverso la costruzione delle case mezzadrili<br />

68 , da parte dei proprietari fondiari, che spesso si «addossarono o inglobarono<br />

a situazioni edilizie precedenti come le torri (nate per esigenze difensive e<br />

poi trasformate in “colombaie”) o altri manufatti più modesti» oppure furono costruite<br />

ex-novo (Macchia e Sperandio, 2003: 24). La casa rurale, costruita con i<br />

materiali presenti in situ, generalmente di forma rettangolare, forma che consentiva<br />

meglio i necessari ampliamenti, si presentava su due piani collegati da <strong>una</strong> scala.<br />

La scala, <strong>nella</strong> maggior parte dei casi esterna, dove il sottoscala era funzionale<br />

allo svolgimento di un’altra funzione (forno, conigliera, deposito), spesso condu-<br />

68 Sono stati principalmente consultati i seguenti testi: Radi L., (1962), I Mezzadri (le lotte contadine nell’Italia Centrale),<br />

Roma, Edizioni Cinque Lune; Bonasera F., et al. (1955), La casa rurale nell’Umbria, Firenze, Leo S. Olschki Editore;<br />

Seppilli T. (1983) La casa rurale in Italia. Lineamenti di storia degli studi, in Case dei contadini in Valdichiana, Firenze,<br />

Nuova Guaraldi, pp.10-30; Chiuini G., (1986), Umbria, collana “L’architettura popolare in Italia”, Roma, Laterza; Macchia<br />

G., Sperandio B. (2003), Architettura rurale nell’Umbria meridionale, Todi (PG), Litograf s.r.l.; Luschi C.M.R. et al.,<br />

(a cura di) (2009), Edilizia rurale e paesaggio agrario tra passato e futuro, Firenze, Alinea Editrice.<br />

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