Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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Il settore agricolo dell’area di studio<br />
bovini da latte e da carne e sono presenti anche alcuni allevamenti di ovi-caprini,<br />
nell’area montana.<br />
TIPO DI IMPRESA E IMPIEGO DI MANODOPERA 156<br />
Il 70% delle aziende (pari a 1.759 aziende per un totale di 6.320 ha) coltiva terreni<br />
interamente di proprietà del conduttore e a queste corrisponde il 43% della<br />
SAT. Anche a livello regionale, secondo i dati del Censimento del 2000, prevalgono<br />
numericamente le aziende che coltivano terreni interamente in proprietà<br />
(86% del totale), ma <strong>maggiore</strong> è la percentuale della superficie occupata (74%<br />
della SAT) da queste aziende rispetto all’area di studio. Nell’area di studio il 10%<br />
delle aziende prende invece interamente in affitto i terreni interessando ben il 26%<br />
della SAT, mentre il 17% delle aziende adotta <strong>una</strong> forma di conduzione mista e<br />
occupa il 30% della SAT. Il restante 3% delle aziende possiede i terreni in altra<br />
forma e occupa solo l’1% della SAT. A condurre i terreni in proprietà sono soprattutto<br />
le aziende di minore dimensione, mentre le aziende più estese coltivano i<br />
terreni anche attraverso la conduzione mista o l’affitto. Si presume che l’origine<br />
della maggior parte delle aziende in proprietà sia ereditaria e può essere valutata<br />
poco dinamica la loro conduzione considerando la ridotta dimensione, al contrario<br />
delle aziende condotte totalmente o in parte in affitto che presentano dimensioni<br />
medie maggiori, probabilmente legate ad un maggior dinamismo imprenditoriale.<br />
Sia a livello regionale che nell’area di studio la manodopera impiegata è prevalentemente<br />
di tipo familiare. Infatti, nell’area di studio il 92% delle aziende impiega<br />
meno di <strong>una</strong> unità lavorativa, il 4% tra <strong>una</strong> e due unità e un altro 4% più di<br />
due unità lavorative (di cui lo 0,56% più di dieci unità lavorative). Questi valori<br />
indicano come l’attività agricola dell’area non impieghi in media più di <strong>una</strong> persona<br />
per unità aziendale, per effetto di diversi fattori quali: la ridotta superficie<br />
aziendale, la meccanizzazione di molte operazioni, che spesso sono condotte in<br />
conto terzi, e la stagionalità di alcune operazioni colturali, che abbisognano di<br />
manodopera solo in alcuni periodi dell’anno (es. la coltivazione dell’olivo).<br />
Le unità aziendali con un <strong>maggiore</strong> impiego di manodopera sono in particolar<br />
modo quelle zootecniche, ortofrutticole e vivaistiche, quindi attività che richiedono<br />
un impegno <strong>maggiore</strong> e costante durante tutto l’anno.<br />
Molto interessanti sono i dati, forniti dall’INPS, aggiornati al 2009, relativi alle<br />
aziende agricole autonome (Tab. 8.2) e alle aziende agricole assuntrici di manodopera<br />
(Tab. 8.3). Dalla lettura delle tabelle emerge che sul totale delle aziende<br />
(ipotizzando che il numero delle unità aziendali dal 2006 al 2009 sia rimasto invariato)<br />
il 16% sono quelle attive iscritte come aziende agricole autonome, e il 3%<br />
sono quelle iscritte come agricole con dipendenti 157 .<br />
156 Le unità lavorative sono state ottenute dividendo per 275 (vedi nota 59) giornate di lavoro anno le ore di lavoro calcolate<br />
per ogni singola coltura per azienda. Quindi sono esito di un calcolo teorico basato su dati regionali.<br />
157 Il lavoratore autonomo può assumere manodopera; in particolare, il Coltivatore Diretto può assumere nei limiti di 2/3<br />
del fabbisogno aziendale in giornate lavorative annue, mentre l'imprenditore agricolo non ha limiti. I lavoratori autonomi<br />
che assumono devono aprire <strong>una</strong> diversa posizione previdenziale in qualità di datori di lavoro in agricoltura; se i terreni<br />
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