Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...
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L’<strong>integrazione</strong> dell’agricoltura negli strumenti urbanistici dell’area di studio<br />
gionale che provinciale, le aree agricole vengono considerate per il loro valore<br />
produttivo e obiettivo primario era la preservazione delle aree a <strong>maggiore</strong> potenziale<br />
produttivo. Ma a partire dal secondo PUT (2000) le aree agricole assumono<br />
un’importanza strategica non solo per la loro capacità produttiva, ma anche per il<br />
loro carattere multifunzionale; infatti non si parla più di aree agricole ma di spazi<br />
rurali. Nel PTCP e nel secondo PUT maggiori sono le informazioni relative al settore<br />
agricolo sia per quanto riguarda gli aspetti produttivi (prodotti di qualità) che<br />
per le funzioni svolte (es. turismo rurale), anche se assenti sono i soggetti e le loro<br />
scelte imprenditoriali. Non c’è <strong>una</strong> “caratterizzazione” delle aree agricole, ma solo<br />
<strong>una</strong> qualificazione dei suoli da un punto di vista produttivo e della localizzazione<br />
delle strutture (es. agriturismi, frantoi etc).<br />
Una svolta potrebbe arrivare con il PPR, dove i terreni agricoli sono riconosciuti<br />
per i loro valori e identificati come compente strutturale che connota il paesaggio<br />
identitario. Probabilmente potrebbe essere l’adeguamento al piano a far<br />
emergere i “soggetti” che producono il paesaggio agricolo.<br />
Per quanto riguarda la pianificazione com<strong>una</strong>le, l’analisi ha mostrato come ogni<br />
Comune nel corso degli anni abbia “tutelato” gli spazi agricoli in relazione<br />
alla propria strategia di sviluppo e in alcuni casi (Bastia Umbra e Bettona) senza<br />
preoccuparsi troppo degli impatti che questo sviluppo avrebbe determinato nelle<br />
aree agricole. Anche <strong>nella</strong> pianificazione com<strong>una</strong>le c’è un’ assenza quasi totale<br />
dei soggetti e <strong>una</strong> scarsa considerazione delle loro strategie (eccetto Cannara e<br />
Bettona che è intervenuta però solo per fronteggiare <strong>una</strong> “emergenza”). Solo dopo<br />
il 2000, negli strumenti urbanistici (eccetto il primo PRG di Assisi) vengono considerate<br />
le caratteristiche economiche e strutturali delle aziende presenti nel territorio<br />
e vengono coinvolti gli Agronomi <strong>nella</strong> fase di redazione dello strumento.<br />
Anche se <strong>nella</strong> parte strutturale degli strumenti urbanistici c’è <strong>una</strong> <strong>maggiore</strong> <strong>integrazione</strong><br />
dell’agricoltura, manca ancora <strong>nella</strong> fase di programmazione e pianificazione<br />
un criterio comune e condiviso per la zonizzazione di queste aree e per le<br />
indicazioni sulla loro destinazione d’uso; solo Bettona in merito si contraddistingue<br />
in quanto ha tentato di dare indicazioni e orientamenti per le attività agricole e<br />
il loro sviluppo.<br />
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