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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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Conflitti e contrasti in atto<br />

Il progressivo accrescimento degli allevamenti zootecnici, in assenza di uno<br />

strumento urbanistico capace di regolare la localizzazione e il dimensionamento<br />

degli impianti 181 , è stato tollerato, se non addirittura favorito<br />

dall’Amministrazione com<strong>una</strong>le del tempo per i vantaggi economici attribuiti a<br />

questa presenza, soprattutto dopo la realizzazione, a cura dall’Ente di Sviluppo<br />

Agricolo in Umbria, del Salumificio in località Colle di Bettona che consentiva di<br />

chiudere la filiera produttiva con la lavorazione in loco delle carni suine. Lo stabilimento,<br />

per le difficoltà gestionali evidenziate dai passaggi di proprietà e dal ridimensionamento<br />

dell’attività fino alla definitiva chiusura, non ha prodotto però i<br />

vantaggi attesi, nel mentre il continuo incremento del numero dei capi allevati nel<br />

territorio, ha reso insostenibile la situazione ambientale, a fronte di un’accertata<br />

inadeguatezza dell’impianto di depurazione, gestito da <strong>una</strong> Cooperativa di allevatori,<br />

la CODEP 182 , a provvedere all’efficace trattamento dei reflui e al loro corretto<br />

smaltimento.<br />

L’ipertrofia produttiva degli allevamenti zootecnici, stimolata anche dal cambiamento<br />

della loro gestione con il contratto di soccida, ha assunto dimensioni<br />

insostenibili per la limitata estensione del territorio com<strong>una</strong>le e ingovernabili per<br />

la carenza di adeguate soluzioni impiantistiche, provocando così la degradazione<br />

della situazione ambientale e la degenerazione della situazione sociale che è sfociata<br />

in un’ accesa conflittualità.<br />

L’Amministrazione com<strong>una</strong>le dell’epoca non è stata in grado né di approntare<br />

soluzioni regolative di carattere generale e di lungo periodo, né di risolvere la contrapposizione<br />

fra gli interessi economici degli allevatori e le esigenze di tutela<br />

ambientale richieste dagli abitanti.<br />

Questi ultimi hanno quindi costituito (1996) un Comitato cittadino per denunciare<br />

l’inquinamento provocato dai reflui zootecnici.<br />

Questa conflittualità si è protratta nel tempo senza sbocchi risolutivi.<br />

L’inefficacia dell’azione di protesta ha provocato lo scioglimento del Comitato<br />

cittadino, mentre la situazione ambientale si è andata aggravando al punto che<br />

181 Giova qui ricordare che il PdF di Bettona, approvato nel 1970, prevedeva che “ le industrie che generano fumate troppo<br />

polverulente [..] o irritanti [..] o nauseabonde [..] potranno trovar luogo nelle zone rurali” (art. 33).<br />

182 La Cooperativa CODEP Bettona a.r.l. è stata costituita nel 1980 da alcuni allevatori di suini del comune di Bettona per<br />

la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei reflui zootecnici, che comprendeva anche la fertirrigazione. Nel 1982 la<br />

Cooperativa ha iniziato la costruzione dell’impianto e nel 1984 ha ceduto la proprietà al Comune che ha provveduto a<br />

completare l’intervento con finanziamenti pubblici, per un importo complessivo di 14 miliardi di lire, concedendo poi la<br />

gestione alla stessa CODEP. Agli inizi degli anni Novanta l’impianto è stato attrezzato anche che il trattamento e smaltimento<br />

dei reflui oleari e, successivamente, persino per il trattamento e smaltimento di reflui provenienti da mattatoi e zuccherifici.<br />

Con l’ampliamento della capacità produttiva dell’impianto, venne associata all’originaria finalità del risanamento<br />

ambientale, quella della produzione di energia da biogas, realizzando con contributi pubblici <strong>una</strong> piattaforma energetica che<br />

produce 5,5 megawatt annui, con un ricavo di circa 550.000 euro annui, utilizzati per la copertura di parte delle spese di<br />

gestione dell’impianto stesso (Fonte: sito ufficiale della CODEP, www.codepbettona.it). Il sito della CODEP non contiene<br />

informazioni relative alle vicende del depuratore e alle sue caratteristiche tecniche. In relazione ai ricavi energetici, il rapporto<br />

investigativo dei Carabinieri sull’attività della CODEP, consegnato nel 2009 alla Magistratura, valutava gli introiti in<br />

circa 2 milioni di euro annui.<br />

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