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Verso una maggiore integrazione dell'agricoltura nella ...

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L’area di studio: i comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara<br />

L’economia, sostanzialmente incentrata sull’autoconsumo, si basava anche sulla<br />

vendita e sull’esportazione di alcuni prodotti. In particolare a Bettona «il grano,<br />

il vino, la legna da ardere, il carbone, le ghiande, i fruttami, i piselli freschi, i<br />

pomodori, la conserva d’essi e l’olio d’oliva sono i principali prodotti de’ quali si<br />

fa asportazione; specialmente di quest’ultimo che si estrae di eccellente qualità»<br />

(Bianconi, 1893: 59), mentre a Cannara, oltre all’olio (particolarmente apprezzato<br />

era quello di Collemancio) e al vino (soprattutto la vernaccia ricavata dall’uva<br />

Cornetta), era fiorente il commercio delle cipolle al punto che “gli speculatori,<br />

specialmente dalla regione toscana, vengono al acquistarle, le conducono a Livorno<br />

e di là le mandano anche all’estero” (Baldaccini, 1882: 36). La produzione<br />

della cipolla aveva un’importanza tale da connotare i produttori come “cipolloni”<br />

in quanto specializzati <strong>nella</strong> loro coltivazione (Desplanques, 1975 : 755).<br />

Il quotidiano funzionamento delle attività agricole nel podere era assicurato dal<br />

presidio della famiglia colonica sul fondo a prescindere dall’interessamento e dalla<br />

presenza del proprietario, che poteva dedicarsi ad altre attività. La mezzadria<br />

era un sistema poco incline ai cambiamenti e nell’Inchiesta Agraria Jacini vengono<br />

individuate le ragioni del ritardo dell’agricoltura umbra proprio negli «ostacoli<br />

dell’empirismo dei coloni, nonché dell’apatia dei proprietari» (Atti Inchiesta Jacini,<br />

1884: 143).<br />

L’importanza della proprietà fondiaria nell’organizzazione della società locale<br />

si desume anche dall’osservazione, riportata da Desplanques, di un amministratore<br />

del Dipartimento del Trasimeno, impegnato nel 1809 <strong>nella</strong> ridefinizione dei<br />

comuni, per cui «En Ombrie les propriétaires ont tous réunis dans de petites villes<br />

et leur propriété forme le vaste territoire que entoure ces villes» (Desplanques,<br />

1975: 208). In questa regione, poco dotata per le attività mercantili e industriali,<br />

l’espressione del potere e della ricchezza è sempre stata la terra. Più <strong>una</strong> città era<br />

popolosa e ricca, più vasto era il suo territorio. «La città e il suo contado formavano<br />

un unico complesso, poiché territorio com<strong>una</strong>le e proprietà dei cittadini si<br />

confondono». In Umbria c’è uno stretto rapporto fra estensione del territorio e popolazione<br />

del capoluogo: «non ci sono comuni esclusivamente urbani, al contrario<br />

i grandi comuni urbani sono nel contempo i grandi comuni rurali» (Desplanques,<br />

1975: 209).<br />

5.2.1 La crisi della mezzadria<br />

Questa forma di conduzione incorporava alcuni aspetti che ne hanno favorito il<br />

declino.<br />

Innanzitutto la mezzadria costituiva un ostacolo all’ammodernamento<br />

dell’agricoltura in quanto sia i mezzadri, che non disponevano di un’adeguata<br />

formazione e di capitali, sia i proprietari, che non intendevano affrontare elevati<br />

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