hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net
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Ogni giorno siamo inondati da segni e messaggi che ci dicono cosa comprare,<br />
come comportarci, con chi e quando par<strong>la</strong>re: nell'"Impero dei Segni" <strong>la</strong><br />
comunicazione-guerriglia diventa un obbligo per chi vuole sottrarsi<br />
all'egemonia del discorso pubblico operata da anchormen, opinion makers e<br />
dal<strong>la</strong> comunicazione pubblicitaria.<br />
La Comunicazione guerriglia interviene all'interno del processo<br />
comunicativo per sovvertirlo e usa molteplici tecniche di stravolgimento<br />
semiotico: l'affermazione sovversiva, lo sniping, il nome multiplo, il<br />
fake, il camouf<strong>la</strong>ge, il p<strong>la</strong>gio e il col<strong>la</strong>ge, ma opera sul<strong>la</strong> base di due<br />
fondamentali principi psicologici , lo straniamento e <strong>la</strong><br />
sovraidentificazione.<br />
Lo straniamento procede attraverso l'appropriazione di forme, idee e<br />
concetti preesistenti modificandoli quel tanto che basta per disve<strong>la</strong>rne <strong>la</strong><br />
seconda natura e innescare un processo di riflessione critica sul<strong>la</strong><br />
percezione delle cose. È il caso del Billboard Liberation Front che ha<br />
creato capo<strong>la</strong>vori urbani intervenendo sulle pubblicità murali dove<br />
Obsession for Men di Calvin Klein diventa Recession For Men, o di quelli di<br />
Adbusters che hanno ridisegnato JO Camel, il vanaglorioso cammello<br />
testimonial delle omonime sigarette, come il Jo Chemio dello scenario di un<br />
centro oncologico. È <strong>la</strong> stessa filosofia di quei buontemponi che hanno<br />
dipinto un naso da pagliaccio sui manifesti di Berlusconi.<br />
La sovraidentificazione che sposa completamente <strong>la</strong> logica dominante di una<br />
re<strong>la</strong>zione comunicativa tende invece a disve<strong>la</strong>re e a rimarcare i valori e le<br />
finalità implicite e nascoste del discorso. È il caso dell'assemblea<br />
operaia in cui contestatori impeccabili nel<strong>la</strong> loro mise da finti manager<br />
app<strong>la</strong>udono insistentemente il sindacalista che cerca di convincere le<br />
perplesse tute blu del<strong>la</strong> necessità dell'intesa con <strong>la</strong> direzione. Lo<br />
straniamento è assicurato e se gli operai vedono i padroni d'accordo col<br />
sindacalista...<br />
Un metodo per scomporre i meccanismi di costruzione mediatica del<strong>la</strong> realtà<br />
è quello di inventare notizie false al fine di creare eventi veri. È storia<br />
ormai l'invenzione di Allen Ginsberg che, durante un'azione di<br />
contestazione del<strong>la</strong> guerra del Vietnam in un sobborgo di New York, entra in<br />
un supermercato e ur<strong>la</strong> che <strong>la</strong> guerra è finita. I poliziotti impegnati a<br />
disperdere <strong>la</strong> manifestazione dapprima restano perplessi, poi solidarizzano<br />
coi manifestanti. Ma l'invenzione ha anche altre modalità.<br />
È stato il caso del<strong>la</strong> telefonata all'Ansa in cui Luther Blisset sotto le<br />
mentite spoglie di Aldo Curiotto, portavoce del<strong>la</strong> Comunità Incontro,<br />
dichiara trafe<strong>la</strong>to che non c'è nul<strong>la</strong> di vero nel<strong>la</strong> notizia di Don Pierino<br />
Gelmini accusato di traffico di video pedofili e fermato all'aeroporto con<br />
dei bambini asiatici. Il giornalista, che non poteva conoscere <strong>la</strong> notizia<br />
(che era falsa), si affretta a comunicare ai colleghi di non tenere conto<br />
di segna<strong>la</strong>zioni di quel tipo, ma <strong>la</strong> competizione fra le testate e <strong>la</strong> voglia<br />
di scoop avranno l'effetto di produrre titoli cubitali come: "Arrestato Don<br />
Gelmini/Calunniato per vendetta". Una non-notizia ha prodotto una notizia.<br />
Innescando dubbi e perplessità nell'audience.<br />
E lo stesso è accaduto nel caso del<strong>la</strong> beffa di Luther Blisset a "Chi l'ha<br />
visto" che mandò le sue troupe a cercare in Inghilterra il ciclista<br />
scomparso Harry Kipper. Non era mai esistito. Ma quel fake era servito per<br />
ridicolizzare <strong>la</strong> superficialità del giornalismo d'inchiesta.<br />
All'interno di un paradigma sociale incentrato tutto sul<strong>la</strong> comunicazione e<br />
dove tutti si affannano a shakerare insieme D. Luhman, C. Shannon e P.<br />
Watz<strong>la</strong>wick per stabilire i criteri del<strong>la</strong> comunicazione efficace, <strong>la</strong>