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hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net

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sostengono che "il senso di una tecnica o di un oggetto sta, in ultima<br />

istanza, <strong>nelle</strong> interpretazioni contraddittorie e contingenti che ne danno<br />

gli attori sociali". (Pierre Levy 1992).<br />

La reinterpretazione sociale del<strong>la</strong> tecnologia sembrerebbe facilitata da<br />

strumenti multimediali e flessibili, come quelli che convergono nello<br />

strumento di comunicazione per eccellenza, <strong>la</strong> <strong>rete</strong> Internet, su cui oggi si<br />

basano le reti civiche, e dal fatto che l'uso di questa tecnologia diventa<br />

progressivamente accessibile a molti. Sarebbe quindi il carattere aperto,<br />

orizzontale, del<strong>la</strong> tecnologia e dei flussi comunicativi, su cui Internet si<br />

sviluppa, a spingere nel<strong>la</strong> direzione di una maggiore democrazia.<br />

Ma c'è da chiedersi se questa visione non sia ottimistica e se l'uso di<br />

questi strumenti, anziché promuovere una cultura del<strong>la</strong> partecipazione,<br />

incoraggi piuttosto <strong>la</strong> passività e <strong>la</strong> delega.<br />

Reti e Partecipazione: Due accezioni di partecipazione politica<br />

In questa cornice si sono sviluppate due concezioni estreme e antitetiche<br />

del<strong>la</strong> partecipazione politica fondata sul<strong>la</strong> telematica territoriale e<br />

comunitaria. A un estremo si situano coloro che vedono nel<strong>la</strong> <strong>rete</strong> <strong>la</strong><br />

possibilità di una autorappresentazione delle istanze dei cittadini<br />

realizzabile senza mediazioni attraverso forme di discussione e di voto<br />

elettronico. Questa linea auspica <strong>la</strong> scomparsa dei mediatori politici di<br />

professione, salvo mantenere una casta di burocrati incaricati di far<br />

rispettare quelle decisioni "popo<strong>la</strong>ri" plebiscitarie, per realizzare una<br />

democrazia elettronica diretta. È <strong>la</strong> concezione tecnolibertaria,<br />

individualista e utopica di molti gruppi di pressione e di comunità<br />

virtuali, spesso già politicizzate, di più lunga data.<br />

All'altro estremo abbiamo invece una concezione che pensa <strong>la</strong> <strong>rete</strong> come un<br />

correttivo del<strong>la</strong> politica tradizionale. La <strong>rete</strong> è in questo caso vista come<br />

un mezzo in grado di arrestare <strong>la</strong> tendenza centrifuga dei cittadini<br />

rispetto ai meccanismi di legittimazione del potere politico, come<br />

strumento adatto a conferire loro una nuova delega di rappresentanza.<br />

Quindi in un caso si mira ad annul<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sfera del politico<br />

tradizionalmente inteso, nell'altro si vuole conservare, ridefinendolo, il<br />

primato del politico utilizzando i nuovi strumenti di comunicazione.<br />

Rispetto a queste due impostazioni è però possibile considerare una serie<br />

di varianti che favoriscono una pratica di democrazia continua e<br />

perennemente costituente fondata sul<strong>la</strong> partecipazione informata, attiva e<br />

razionale dei cittadini. Una democrazia che individua nel<strong>la</strong> informazione<br />

trasparente, aggiornata, di qualità, e nel<strong>la</strong> garanzia di accedere ad essa,<br />

le fondamenta di un dialogo partecipativo e del<strong>la</strong> verifica critica delle<br />

istanze avanzate dai cittadini. Una politica del<strong>la</strong> partecipazione che<br />

individua come suo orizzonte l'esercizio del<strong>la</strong> cittadinanza, piuttosto che<br />

il suo governo rappresentativo.<br />

È p<strong>la</strong>usibile pensare che le reti civiche servano a costruire e popo<strong>la</strong>re una<br />

nuova sfera pubblica dove cittadini e istituzioni cooperano a migliorare <strong>la</strong><br />

qualità del<strong>la</strong> vita, a sviluppare una maggiore coesione sociale, a<br />

facilitare i processi di integrazione sociale, a mobilitare competenze<br />

diffuse e a favorire <strong>la</strong> crescita economica e culturale del territorio,<br />

rinnovando il senso civico del<strong>la</strong> comunità di appartenenza. Questo a patto<br />

che sia garantita <strong>la</strong> progettazione collegiale e l'accesso agli strumenti<br />

per garantire il coinvolgimento dei cittadini; altrimenti <strong>la</strong> so<strong>la</strong> esistenza<br />

dell'infrastruttura di comunicazione costituita dal<strong>la</strong> <strong>rete</strong> civica si rive<strong>la</strong><br />

inutile.

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