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hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net

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ete distribuita è rappresentabile visivamente come <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssica <strong>rete</strong> dei<br />

pescatori. Questo modello di <strong>rete</strong> è simile a quel<strong>la</strong> definita di tipo<br />

rizomatica in cui ogni punto è connesso a tutti gli altri punti. Il termine<br />

viene dal rizoma del<strong>la</strong> patata le cui radici sono potenzialmente connesse<br />

ognuna con tutte le altre; di fatto anche le radici del<strong>la</strong> patata<br />

assomigliano al modello di <strong>rete</strong> distribuita di Baran. Rizoma è il titolo di<br />

un libro di Deleuze e Guattari del 1976 in cui si teorizza l'autonomia<br />

delle singole unità connesse in <strong>rete</strong>.<br />

Il rifiuto delle gerarchie, dell'autoritarismo e del totalitarismo<br />

A partire dagli anni Sessanta e Settanta si cerca di sviluppare reti di<br />

tipo rizomatico per superare i modelli di tipo gerarchico, postu<strong>la</strong>ndo un<br />

diritto a comunicare telematicamente senza barriere, riconosciuto ad ogni<br />

cittadino del mondo.<br />

Perciò il termine decentramento è stato fin d'allora una paro<strong>la</strong> d'ordine<br />

che si è sviluppata come rifiuto di ogni gerarchia sociale e di ogni<br />

modello centralizzato e unidirezionale. Una paro<strong>la</strong> d'ordine di uso comune<br />

<strong>nelle</strong> culture alternative e <strong>nelle</strong> controculture degli anni Sessanta e che<br />

ritroviamo anche al Mit nei discorsi degli hackers.<br />

L'idea di decentramento è presente <strong>nelle</strong> descrizioni di Usenet7 in cui<br />

spesso viene usata <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> anarchia, non nel senso di caos e<br />

disorganizzazione, ma nel senso che il flusso delle parole tra così tanti<br />

utenti avviene senza una gerarchia centrale che governi, né una direttiva,<br />

né personale tecnico.<br />

Con le prime comunità virtuali nacque dunque una sorta di utopia anarchica,<br />

una specie di ideologia dell'autogestione che sentiva di fare a meno delle<br />

direzioni, delle federazioni, delle forme associative e politiche<br />

tradizionali: <strong>la</strong> <strong>rete</strong> era fondata sul<strong>la</strong> partecipazione dal basso e sul<strong>la</strong><br />

comunicazione diretta senza filtri (Gubitosa, 1999, p. XIII).<br />

Nel campo dell'organizzazione del <strong>la</strong>voro, le comunicazioni telematiche<br />

decentrate vengono rivendicate come modelli in grado di infrangere le<br />

barriere gerarchiche e di reparto, le procedure operative standard e le<br />

norme organizzative.<br />

Seguendo finalità opposte, il sistema di potere e di produzione capitalista<br />

ha però estremizzato il decentramento per frammentare i <strong>la</strong>voratori e<br />

impedire l'organizzazione del dissenso (AA.VV. 1991, p. 96-97). Sebbene le<br />

varie unità produttive decentrate siano organizzate attraverso una <strong>rete</strong><br />

informativa globale che le sovrasta, <strong>la</strong> strategia del potere è di impedire<br />

che le unità decentrate si coordino attraverso questa <strong>rete</strong> globale. Questi<br />

impedimenti non sono solo espliciti, attraverso <strong>la</strong> repressione e il<br />

controllo, ma anche impliciti <strong>nelle</strong> caratteristiche stesse del<strong>la</strong> tecnologia<br />

che producono discriminanti e selezione all'accesso: costo, difficoltà<br />

d'uso, evoluzione continua degli standard.<br />

L'idea di decentramento, come vedremo, ha avuto dunque due opposti<br />

approcci: da una parte <strong>la</strong> richiesta dell'autogoverno, dall'altra una<br />

differente gestione delle unità produttive parcellizzate che venivano<br />

spostate dal<strong>la</strong> fabbrica fordista al<strong>la</strong> <strong>rete</strong> decentrata. Questo secondo<br />

approccio è visto da una parte come tentativo di rimediare al<strong>la</strong> difficoltà<br />

di organizzazione del <strong>la</strong>voro nel modello fordista, dall'altra come<br />

frammentazione del dissenso (mancando <strong>la</strong> fabbrica viene a mancare il luogo<br />

in cui si forma quel<strong>la</strong> che Marx definiva <strong>la</strong> coscienza di c<strong>la</strong>sse) e nuova<br />

possibilità di controllo attraverso le tecnologie digitali.

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