hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net
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L. Felsenstein è uno dei protagonisti del movimento hacker e del<strong>la</strong><br />
telematica sociale. Studente al<strong>la</strong> University of California di Berkeley, nel<br />
1964, espulso da un centro di ricerca del<strong>la</strong> NASA a causa del padre<br />
comunista, L. Felsenstein si unisce al movimento studentesco di Berkeley<br />
aderendo al Free Speech Movement. Progetta anche un attrezzo che è allo<br />
stesso tempo un megafono e una mazza per difendersi dai poliziotti. Nel<br />
1968 L. Felsenstein entra a far parte del Berkeley Barb in qualità di<br />
"redattore militare". Scrive articoli politici rivoluzionari, nei quali<br />
afferma che: "<strong>la</strong> rivoluzione non può essere fatta da un manipolo di<br />
cospiratori che mormorano intorno a una cande<strong>la</strong> in un seminterrato<br />
distrutto. Essa richiede infiniti approvvigionamenti, macchine e armi<br />
moderne (...) deve esserci lealtà (...) e un'organizzazione super<strong>la</strong>tiva".<br />
L. Felsenstein crede che i computer distribuiti alle persone "avrebbero<br />
diffuso l'etica hacker nel<strong>la</strong> società dando alle persone non solo il potere<br />
sulle macchine, ma anche sugli oppressori politici". "Felsenstein teorizza<br />
<strong>la</strong> necessità di attivare sempre più reti comunicative. Reti che devono<br />
essere concepite sul modello rizomatico. L'intento di Felsenstein è mirato<br />
al<strong>la</strong> costruzione di un'etica specificatamente hacker, che guidi l'azione di<br />
ogni gruppo nel<strong>la</strong> propria pratica. In questo senso si sta oggi impegnando,<br />
<strong>la</strong>vorando nell'organizzazione di convegni che tentino di focalizzare sempre<br />
più l'obbiettivo di una società dove <strong>la</strong> macchina venga messa al servizio<br />
dell'uomo e del<strong>la</strong> sua liberazione" (Scelsi, 1990, pag. 24-25).<br />
L. Felsenstein col<strong>la</strong>bora fin dal 1972 con <strong>la</strong> rivista People's Computer<br />
Company. Il suo obbiettivo è quello di permettere a tutti di "mettere le<br />
mani" su un computer e per tale motivo è tra i promotori del<strong>la</strong> nascita dei<br />
"personal" computer. Nel 1974 inizia il progetto di un PC che chiama Tom<br />
Swift Terminal, ma viene preceduto dall'uscita dell'Altair 8800, il primo<br />
PC del<strong>la</strong> storia. Felsestein dunque non realizzerà mai il suo progetto.<br />
Nel 1975 L. Felsenstein partecipa al<strong>la</strong> riunione iniziale dell'Homebrew<br />
Computer Club e ne diventa in seguito il moderatore. Quindi inizia a<br />
pubblicare il Journal of Community Communication che prosegue le intenzioni<br />
del Community Memory.<br />
Nel 1976 B. Marsh e L. Felsenstein progettano il Sol, ovvero il primo<br />
terminale intelligente che avrebbe permesso di portare i computer <strong>nelle</strong><br />
case del<strong>la</strong> gente.<br />
Nei suoi progetti Felsestein prevede il riutilizzo di materiali di recupero<br />
accessibili a tutti, come ad esempio un bidone del<strong>la</strong> spazzatura, per<br />
evitare <strong>la</strong> trappo<strong>la</strong> di dover "dipendere" da tecnologie costose e dai loro<br />
eventuali proprietari.<br />
Nel 1977 Felsenstein progetta il PC Osborne I che ha un gran successo.<br />
Felsenstein userà gran parte dei soldi ricavati per finanziare le attività<br />
del Community Memory. Ma poco dopo il CM va in crisi.<br />
E' su iniziativa di Felsenstein che nasce in seguito The Hacker's League12.<br />
L'Homebrew Computer Club<br />
Nel marzo del 1975 F. Moore e G. French fondano l'Homebrew Computer Club<br />
con lo scopo di creare un punto di riunione tra utenti interessati a<br />
scambiare pezzi di hardware, idee, programmi, informazioni e progetti per<br />
costruire un computer come l'Altair 8800. Entrambi erano attivi nel<strong>la</strong> PCC.<br />
Affissero a una bacheca questo avviso: "Gruppi di utenti di computer