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hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net

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Il carattere partecipativo di una <strong>rete</strong> civica dovrebbe presupporre che,<br />

indipendentemente da chi <strong>la</strong> promuove, tutti i soggetti che <strong>la</strong> animano sono<br />

ugualmente legittimati ad accedere ai suoi servizi ed a proporne di propri.<br />

Qualsiasi forma di partecipazione presuppone l'informazione e <strong>la</strong> conoscenza<br />

del<strong>la</strong> realtà cui si partecipa, sia essa una mera discussione o una<br />

deliberazione. Il modo in cui si sviluppa il flusso del<strong>la</strong> comunicazione,<br />

dall'acquisizione dei dati fino al<strong>la</strong> loro trasformazione in conoscenza<br />

condivisa, è quindi questione centrale rispetto al tema del<strong>la</strong><br />

partecipazione.<br />

Le Reti Civiche che utilizzano Internet come strumento di partecipazione<br />

scontano spesso i limiti di uno sviluppo istituzionale che è pilotato da<br />

una concezione strumentale del<strong>la</strong> politica e del<strong>la</strong> partecipazione. In molti<br />

casi, infatti, <strong>la</strong> partecipazione attraverso gli esperimenti di democrazia<br />

elettronica delle Rc è stata concepita come correttivo del<strong>la</strong> politica<br />

tradizionale se non usata come uno strumento di propaganda politica ed<br />

elettorale tout court.<br />

Secondo questa concezione strumentale, <strong>la</strong> <strong>rete</strong> serve a garantire una più<br />

ampia base partecipativa ai meccanismi di delega e di rappresentanza,<br />

utilizzando <strong>la</strong> comunicazione politica "in tempo reale", broadcast e<br />

monodirezionale.<br />

Oppure essa utilizza una comunicazione "mirata", tradizionale dal punto di<br />

vista politico, attraverso cui il governo locale promuove se stesso e<br />

rileva gli umori del suo target. È <strong>la</strong> democrazia dei sondaggi che punta ad<br />

omogeneizzare e governare, attraverso una selezione mirata dei contenuti, i<br />

comportamenti dell'elettorato. È <strong>la</strong> democrazia dell'Agenda Politica che<br />

fissa i temi del<strong>la</strong> discussione, ovvero sottopone al pubblico <strong>la</strong> scelta fra<br />

alternative già date. Ed è <strong>la</strong> democrazia del referendum elettronico.<br />

Una concezione leggermente diversa è quel<strong>la</strong> per cui <strong>la</strong> politica cerca<br />

consenso intorno al programma e all'attività di governo, dialogando con i<br />

cittadini, valutandone il feedback, e procedendo agli aggiustamenti che si<br />

rendono necessari. È <strong>la</strong> democrazia del consenso informato (secondo il<br />

modello del<strong>la</strong> consensus conference).<br />

Ma qualsiasi fine perseguano, queste forme si situano sempre all'interno di<br />

una concezione del<strong>la</strong> democrazia rappresentativa in cui partiti e<br />

istituzioni svolgono un ruolo centrale di mediazione dei contenuti e delle<br />

forme del<strong>la</strong> partecipazione. E questo è già un elemento che depotenzia le<br />

modalità reali del<strong>la</strong> partecipazione. Per molti motivi, primo fra tutti <strong>la</strong><br />

scarsa fiducia nei confronti del<strong>la</strong> politica stessa.<br />

Insomma, se è difficile dire come si realizzi <strong>la</strong> partecipazione sappiamo<br />

cosa non è partecipazione.<br />

Partecipazione non è <strong>la</strong> possibilità di scegliere fra alternative date e<br />

immutabili. Il referendum elettronico non è democrazia.<br />

Partecipazione non è <strong>la</strong> costruzione verticale dell'agenda politica, ovvero<br />

degli argomenti da porre all'attenzione dei cittadini.<br />

Partecipazione non è <strong>la</strong> limitazione dei contenuti, degli strumenti e dei<br />

linguaggi utilizzabili.<br />

Partecipazione come autogoverno<br />

Se ci chiediamo come <strong>la</strong> comunicazione elettronica veico<strong>la</strong>ta dalle reti<br />

telematiche possa migliorare e far crescere <strong>la</strong> politica territoriale,<br />

dentro e fuori i par<strong>la</strong>menti locali, dobbiamo porci anche il problema di<br />

come l'agire comunicativo possa influenzare <strong>la</strong> sfera del politico.

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