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hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net

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Da cosa emerge quel<strong>la</strong> che viene definita l'opinione pubblica del<strong>la</strong><br />

comunità<br />

Attualmente staremmo assistendo a una trasformazione dello spazio dei mass<br />

media in spazio pubblicitario (inteso come pubblicità di merci)12. Secondo<br />

queste analisi le tecnologie informative hanno trasformato <strong>la</strong> realtà in una<br />

simu<strong>la</strong>zione elettronica.<br />

Viviamo in un'iperrealtà attentamente costruita per scimmiottare il mondo<br />

reale e cavare soldi dalle tasche dei consumatori. La "pubblicità" in <strong>rete</strong><br />

potrebbe servire a dare prestigio pubblico a persone o cose, per renderle<br />

passibili di consenso in un contesto di opinione "non pubblica". La<br />

possibilità di costruire l'opinione pubblica e catturare l'attenzione del<strong>la</strong><br />

maggioranza dei cittadini mediante spettacoli elettronici mina le basi<br />

del<strong>la</strong> democrazia.<br />

La partecipazione in <strong>rete</strong> può contrastare <strong>la</strong> delega del proprio consenso a<br />

un meccanismo perverso che rende l'opinione pubblica un'entità astratta<br />

artefatta da un manipolo di fabbricatori del consenso e dell'immaginario.<br />

Il rifiuto del<strong>la</strong> società dello spettacolo<br />

La simu<strong>la</strong>zione (perciò <strong>la</strong> distruzione) dell'autentico dibattito, prima<br />

negli Stati Uniti e poi man mano nel resto del mondo, è ciò che Guy Debord<br />

chiamerebbe il primo salto quantico nel<strong>la</strong> "Società dello Spettacolo" e che<br />

Jean Baudril<strong>la</strong>rd riconoscerebbe come pietra miliare dello slittamento del<br />

mondo nell'iperrealtà. La colonizzazione massmediatica del<strong>la</strong> società<br />

civile, con le immagini del<strong>la</strong> televisione, si è trasformata in una campagna<br />

quasi politica di autopromozione del<strong>la</strong> tecnologia. ("Il progresso è il<br />

nostro prodotto più importante", disse nei primi anni dell'era televisiva<br />

Ronald Reagan, portavoce del<strong>la</strong> General Electric.) E nel ventesimo secolo,<br />

man mano che telefono, radio e televisione sono diventati veicoli del<br />

dibattito pubblico, <strong>la</strong> natura del dibattito politico si è tramutata in<br />

qualcosa di ben diverso da ciò che prevedevano gli autori del<strong>la</strong><br />

Costituzione. Ora i politici sono merci, i cittadini consumatori e i<br />

problemi vengono decisi mediante fatti spettaco<strong>la</strong>ri. Alle manifestazioni<br />

politiche, <strong>la</strong> telecamera è l'unico spettatore che conta. La società dei<br />

consumi è diventata il modello del comportamento individuale. Il dibattito<br />

è degenerato in pubblicità, e <strong>la</strong> pubblicità usa il potere sempre maggiore<br />

dei mass media elettronici per alterare le percezioni e model<strong>la</strong>re le idee.<br />

Quello che era stato un canale di autentica comunicazione serve ora ad<br />

aggiornare il desiderio commerciale. Quando le persone rimaste affascinate<br />

dalle bacheche elettroniche diffondono <strong>la</strong> voce del<strong>la</strong> democrazia "magica" di<br />

queste reti, corrono il rischio di trasformarsi in agenti involontari del<strong>la</strong><br />

mercificazione. I critici dell'idea del<strong>la</strong> democrazia elettronica portano<br />

esempi di una lunga tradizione di quel<strong>la</strong> retorica utopistica che J. Carey<br />

ha chiamato "retorica del sublime tecnologico": "Nonostante nell'ultimo<br />

secolo <strong>la</strong> tecnologia non sia riuscita a risolvere i più pressanti problemi<br />

sociali, gli intellettuali contemporanei continuano a vedere un potenziale<br />

rivoluzionario negli ultimi ritrovati tecnlogici che vengono descritti come<br />

una forza estranea al<strong>la</strong> storia e al<strong>la</strong> politica (...) Nel futurismo<br />

contemporaneo, sono le macchine a possedere intuito teleologico. Nonostante<br />

le riunioni cittadine, il giornale, il telegrafo, il radiotelegrafo e <strong>la</strong><br />

televisione non siano riusciti a creare una nuova Atene, i fautori del<strong>la</strong><br />

liberazione tecnologica descrivono rego<strong>la</strong>rmente un'era postmoderna di<br />

democrazia plebiscitaria istantanea per mezzo di un sistema computerizzato<br />

di sondaggi ed elezioni elettroniche" (Rheingold, 1994, pp. 319-325).

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