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hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net

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On Line, www.fineconline.it simbolo, secondo gli attivisti, di una economia<br />

digitale che produce profitti solo per i soliti noti.<br />

Al Loa di Mi<strong>la</strong>no intanto si continua a fare quello che si fa in tutti gli<br />

hack<strong>la</strong>b: resuscitare vecchi computer, costruire reti, fare arte digitale,<br />

grafica, giochi, costruire robot e tenere seminari per promuovere un uso<br />

critico delle tecnologie, vecchie e nuove. È così che è nato il <strong>la</strong>boratorio<br />

di didattica dove i loaniani tengono i corsi Unix e Linux con 16 vecchi<br />

computers 486 connessi con una manciata di schede di <strong>rete</strong>, tramite un<br />

router autocostruito, al server Ismaele che fornisce le risorse<br />

computazionali e i programmi per esercitarsi nell'uso dei linguaggi di<br />

programmazione e imparare a costruire pagine web. Ma <strong>la</strong> didattica con<br />

sistemi Unix-like e software libero fa parte di una più generale campagna<br />

per l'obiezione di coscienza all'uso dei programmi commerciali, a scuo<strong>la</strong><br />

come all'Università e negli uffici pubblici, a favore dell'adozione di<br />

sistemi free e open-source. Lo scopo è quello di sensibilizzare l'opinione<br />

pubblica al fatto che il digital divide, cioè l'esclusione di ampie fasce<br />

del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione dall'uso degli strumenti informatici dovuta agli alti<br />

costi di vendita e licensing, è anche e soprattutto il prodotto di<br />

politiche che mirano a favorire gli interessi economici delle case<br />

produttrici piuttosto che <strong>la</strong> crescita sociale delle persone.<br />

È stato proprio per smascherare questo meccanismo che, durante gli<br />

hackmeeting e <strong>nelle</strong> iniziative anti-copyright, quelli del Loa insieme agli<br />

altri hack<strong>la</strong>b hanno avviato un artico<strong>la</strong>to percorso di ricerca sui<br />

cambiamenti che <strong>la</strong> produzione immateriale induce nel<strong>la</strong> società<br />

postfordista. Una serie di incontri a Mi<strong>la</strong>no, a Bologna e a Roma, hanno<br />

affrontato l'argomento del<strong>la</strong> Gnu Economy, ovvero di quel<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re<br />

forma di economia, solidale, cooperativa e non mercantile, che è legata<br />

al<strong>la</strong> produzione di software, libri e musica che incorporano le quattro<br />

caratteristiche dei prodotti ri<strong>la</strong>sciati sotto licenza Gnu-Gpl (Gnu-General<br />

Pubic License), e cioè: <strong>la</strong> disponibilità illimitata di modifica, copia e<br />

distribuzione dei prodotti del sapere per migliorare <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita<br />

del<strong>la</strong> comunità con il solo vincolo di includere in ogni successiva modifica<br />

e distribuzione <strong>la</strong> stessa garanzia di libertà assicurata dal<strong>la</strong> licenza di<br />

"un bene prodotto collettivamente".<br />

Poiché libero non significa gratuito, ma liberamente distribuibile e<br />

modificabile da tutti - i prodotti free costano meno ma si pagano - i<br />

loaniani precisano che per guadagnarsi da vivere con prodotti liberamente<br />

utilizzabili i programmatori possono farsi pagare per <strong>la</strong> personalizzazione,<br />

<strong>la</strong> manutenzione e <strong>la</strong> formazione all'uso del software che vendono alle<br />

aziende, mentre musicisti e scrittori no-copyright possono assicurarsi un<br />

reddito rinunciando all'intermediazione commerciale del<strong>la</strong> vendita delle<br />

loro opere e distribuendole attraverso <strong>la</strong> <strong>rete</strong> a costi assai ridotti a un<br />

numero elevato di acquirenti.<br />

Gli hacker mi<strong>la</strong>nesi comunque, pur mantenendo un atteggiamento autoironico -<br />

si fanno chiamare hacari, - non rinunciano all'esigenza di creare momenti<br />

di dibattito politico e, in puro stile hacker, puntano a decostruire<br />

l'immaginario mediatico con una serie di riflessioni mirate sui fatti di<br />

cronaca legati agli abusi informatici. Come i Loa, spiriti liberi che<br />

aleggiano nel cyberspace delle opere cyberpunk, i loaniani li ritrovi a<br />

discutere in ogni angolo del<strong>la</strong> <strong>rete</strong>, nei centri sociali e nei circoli<br />

culturali per portarvi le proprie riflessioni.<br />

I LOAckers, che vogliono essere produttori attivi e non fruitori passivi di<br />

informazione, nei loro seminari si sono dedicati a demistificare l'al<strong>la</strong>rme

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