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hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net

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L'hacking è una filosofia, un'arte, un'attitudine, un modo giocoso,<br />

irriverente e creativo di porsi di fronte agli strumenti che ogni giorno<br />

usiamo per comunicare, divertirci e <strong>la</strong>vorare: i computers. Ma l'hacking è<br />

soprattutto un abito mentale. Proprio perché si manifesta nei <strong>la</strong>boratori<br />

universitari americani a cavallo degli anni 60' e affonda le sue radici<br />

nel<strong>la</strong> stessa mentalità libertaria e antiautoritaria che da lì a poco darà<br />

origine alle controculture americane del<strong>la</strong> contestazione è difficilmente<br />

irregimentabile in categoria definite. Non è riassumibile in uno schema,<br />

non è una rego<strong>la</strong>, un programma o un manifesto, è piuttosto o un modo etico<br />

e cooperativo di rapportarsi al<strong>la</strong> conoscenza ed a quelle macchine che<br />

trattano il sapere e l'informazione.<br />

Software, hardware e reti di comunicazione<br />

Hacking è quindi innanzitutto "arte del<strong>la</strong> programmazione", è l'attitudine<br />

artistica che ti porta a semplificare un codice macchina, che ti permette<br />

di individuare un algoritmo innovativo, di trovare <strong>la</strong> chiave per facilitare<br />

un processo di comunicazione interno al<strong>la</strong> macchina, fra l'utente e <strong>la</strong><br />

macchina, fra gli utenti stessi.<br />

Dai primi passi nei garage degli hippies tecnologici, gli homebrewers, il<br />

concetto di hacking ha fatto parecchia strada e poi ognuno se ne è<br />

appropriato per esprimere utopie sociali e tecnologiche che <strong>la</strong> forza virale<br />

di un potente immaginario collettivo ha fatto retroagire sugli orientamenti<br />

dei suoi stessi soggetti.<br />

Tra quanti praticano l'hacking, abbiamo già detto che potrebbero essere<br />

individuate molteplici tipologie.<br />

C'è l'hacker anarchico, individualista e solitario che per il puro piacere<br />

di "metterci le mani sopra" si appassiona a modificare il più complesso dei<br />

sistemi, <strong>la</strong> cui imperfezione, i cui bachi, considera un'insulto<br />

all'intelligenza del<strong>la</strong> programmazione. C'è l'hacker "sociale" il cui scopo<br />

è quello di abbattere ogni barriera che si frapponga fra le persone e <strong>la</strong><br />

conoscenza, quello per il quale <strong>la</strong> libera informazione è una caratteristica<br />

del<strong>la</strong> comunicazione da valorizzare socialmente. Oppure c'è chi intende<br />

l'hacking come un'operazione di 'deturnamento', di modificazione del senso.<br />

Ci sono quelli per cui l'hacking è reinterpretazione funzionale di parole e<br />

di concetti e che considera <strong>la</strong> de-formazione un diritto pari a quello<br />

dell'in-formazione. Altri sono moderni Robin Hood del<strong>la</strong> comunicazione,<br />

impegnati a svaligiare <strong>la</strong> banca, enorme, dell'informazione, per restituire<br />

a tutti <strong>la</strong> ricchezza sociale sottratta al<strong>la</strong> comunità da anacronistiche<br />

leggi di protezione del software o delle opere dell'ingegno, nel<strong>la</strong><br />

consapevolezza che il sapere può essere solo il frutto di un processo di<br />

accumu<strong>la</strong>zione creativa di generazioni successive di inventori, e che<br />

privarne gli altri rappresenti un furto.<br />

L'hacking è quindi soprattutto condivisione di conoscenze, e per questo è<br />

un potente motore dell'innovazione sociale e tecnologica. L'innovazione che<br />

l'hacking genera non ha solo creato Il world wide web e i software per le<br />

reti di comunicazione, non ha solo creato nuovi prodotti nei <strong>la</strong>boratori<br />

delle start-up companies informatiche, né semplicemente nuove<br />

professionalità nel campo del <strong>la</strong>voro: i programmatori di software libero, i<br />

beta-tester o gli esperti di sicurezza.<br />

L'hacking si rapporta all'innovazione, al<strong>la</strong> cosiddetta rivoluzione digitale<br />

ed al<strong>la</strong> new-economy in una maniera più generale:<br />

- sarebbe difficile pensare oggi al<strong>la</strong> new-economy senza <strong>la</strong> massiccia<br />

introduzione dei computers <strong>nelle</strong> case, nei luoghi pubblici e nei posti di

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