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hacktivism: la liberta' nelle maglie della rete - Dvara.Net

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2.1. fare comunità<br />

L'Arte di fare network è il presupposto dell'<strong>hacktivism</strong><br />

I computer e le reti sono uno straordinario strumento di re<strong>la</strong>zione per<br />

costruire luoghi dove sperimentare modelli di socialità alternativa. In<br />

questi luoghi - Bbs, chat rooms, newsgroup, mailing lists, spazi web - <strong>la</strong><br />

cifra costante delle interazioni è <strong>la</strong> partecipazione libera, lo scambio<br />

disinteressato di informazioni e conoscenze, l'orizzontalità del<strong>la</strong><br />

comunicazione. Sono nonluoghi dove sperimentare e vivere identità altre al<br />

di fuori e al di là di ruoli sociali imposti. Questi luoghi sono spesso il<br />

propulsore del<strong>la</strong> trasformazione e dell'innovazione sociale, ma sono anche<br />

lo spazio del<strong>la</strong> critica, del<strong>la</strong> partecipazione e dell'autogoverno. Il<br />

cyberspazio abitato da queste culture comunitarie è spazio del dissenso,<br />

teatro e strumento del<strong>la</strong> contestazione, luogo dove coordinare le azioni e<br />

le decisioni di chi è impegnato a cambiare lo stato presente delle cose.<br />

Entrare in re<strong>la</strong>zione, costruire spazi comunitari e fare network è il<br />

presupposto dell'<strong>hacktivism</strong>.<br />

Comunità virtuali1<br />

A. Caro<strong>la</strong> Freschi descrive in questo modo le comunità virtuali: "Comunità<br />

virtuale sarebbe il gruppo elettivo che, costituitosi e consolidatosi<br />

grazie al<strong>la</strong> <strong>rete</strong>, condividendo una comune appartenenza, risorse simboliche<br />

e normative, interagisce in <strong>rete</strong> e intrattiene re<strong>la</strong>zioni faccia a faccia<br />

periodiche, non episodiche, di tipo collettivo e interindividuale" (Caro<strong>la</strong><br />

Freschi, 2000).<br />

In questo paragrafo, si è cercato di raggruppare alcuni degli obiettivi<br />

principali del fare comunità in quattro parti. La prima descrive gli<br />

aspetti del<strong>la</strong> partecipazione e del<strong>la</strong> cooperazione; <strong>la</strong> seconda quelli del<br />

decentramento e del<strong>la</strong> difesa dell'autonomia; <strong>la</strong> terza parte descrive il<br />

momento di incontro tra le prime due, ovvero gli aspetti re<strong>la</strong>tivi al<br />

produrre collettivamente e al tempo stesso garantire l'autonomia; <strong>la</strong> quarta<br />

parte infine descrive gli aspetti del<strong>la</strong> trasformazione e del conflitto.<br />

2.1.1.Partecipazione e Cooperazione<br />

Interattività e diritto al<strong>la</strong> comunicazione<br />

Negli anni Sessanta <strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> partecipazione politica e civile<br />

favorisce il successo di un modello di comunicazione interattiva e il<br />

rifiuto del modello d'informazione unidirezionale. La critica dei media,<br />

gli eventi politici e le sperimentazioni artistiche favoriscono un clima<br />

culturale grazie a cui nei primi anni Settanta il video sarà usato dai<br />

movimenti come mezzo per autogestire gli strumenti del<strong>la</strong> comunicazione e<br />

renderne le persone protagoniste attive.<br />

Gli anni Sessanta sono il periodo in cui si sviluppano paralle<strong>la</strong>mente e si<br />

incrociano le sperimentazioni comunitarie delle utopie californiane, i<br />

movimenti in difesa del<strong>la</strong> libertà di paro<strong>la</strong>, i progetti per rendere i<br />

computer strumenti multiaccesso ed interattivi, così come <strong>la</strong> nascita delle<br />

prime reti telematiche.<br />

La libertà dell'individuo si riconosce nel<strong>la</strong> possibilità di cooperare,<br />

comunicare, partecipare, scambiare esperienze, così come nel rifiuto<br />

dell'immaginario diffuso dai mass-media.

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