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Le soledades del Góngora. Studio, testo e versione

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ha amato, senza aver mai trovato pace nella lontananza,<br />

nè la morte nei rischi affrontati. Volesse l'oceano<br />

essere sua degna tomba, e la colpa d'amore meritasse<br />

almeno il tardivo pentimento <strong>del</strong>l'amata nemica.<br />

Il mare accoglie benigno la sua voce ed Eco pietosa lo<br />

serba. Sono così arrivati in vista di un'isola di poche<br />

dimensioni e separata dalla terra ferma da breve braccio<br />

di mare; e presto raggiungono le capanne, ove il<br />

vecchio padre li attende e subito accoglie cordialmente<br />

il forastiero. Alla sua voce accorrono le figlie, tre sospendendo<br />

la pesca, altre tre i lavori agricoli e con la<br />

loro stupenda bellezza fanno estatico il pellegrino che<br />

ha ancora ragioni di molta meraviglia in un giro breve<br />

per l'isola che gli dà modo di vedere come il lavoro <strong>del</strong><br />

vecchio e dei figlioli abbia tratto dalla terra ricchezza<br />

e siano ancor possessori di capre, d'un bel colombaio e<br />

di ricchi alveari. Un pasto frugale all'aria aperta chiude<br />

questa prima parte <strong>del</strong>la giornata, che muove ad un<br />

alato ringraziamentol'ospite ed il vecchio a dire commosso<br />

<strong>del</strong>le cacce marine <strong>del</strong>le sue arditissime figlie Filodoce<br />

e Efire. Cala la sera e arrivano cantando alternativamente<br />

i loro lagni d'amore Licida e Micone per<br />

<strong>Le</strong>ucippe e per Clori, lagni di passione ardente, invito<br />

alle ragazze perchè non lascino appassire la loro primavera.<br />

Se ne commuovono le stelle <strong>del</strong>l'Orsa e più profondamente<br />

il pellegrino, tanto che il canto amebeo basta<br />

a farlo fortunato ambasciatore presso il vecchio isolano<br />

perchè conceda agli innamorati la mano <strong>del</strong>le sue<br />

magnifiche figlie. E il giorno dopo riprende il suo pellegrinare<br />

il forastiero condotto via dall'isola dai due fratelli<br />

che ve lo avevano già fatto approdare. Raggiungono<br />

un castello dal quale esce una tumultuosa cavalcata<br />

di gentiluomini pronti alla caccia con rapaci a ciò<br />

addomesticati: lo sparviero, il sagro, il girifalco, il<br />

baharì, il borni, l'aleto, l'astore, il gufo sfilano recati

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