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Le soledades del Góngora. Studio, testo e versione

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eata solitudo, oh sola beatitudo: dall'anima plurinobiliare<br />

<strong>del</strong> Gòngora esce questo grande grido e la lirica<br />

assume forma, dignità, respiro ampio di epica poesia.<br />

La forma <strong>del</strong>la Silva, tutta spagnuola, dà al poeta il<br />

governo assoluto <strong>del</strong> verso e <strong>del</strong>la strofa, sia pure imprecisa,<br />

che solo secondo il dominio <strong>del</strong> suo spirito alterna,<br />

o congiunge con frequenze maggiori o minori<br />

l'endecasillabo e il settenario, o, più raramente, sol<br />

<strong>del</strong>l'uno o <strong>del</strong>l'altro si vale e così le immagini <strong>del</strong>le<br />

cose hanno lor dovute dimensioni e non più; ma quando<br />

la intima poesia s'è fatta quasi totalmente musica<br />

allora quasi per spontanea forza interiore, la strofa<br />

sfocia in limiti determinati di versi e di rime, strofa a<br />

strofa si succede, come anelli in catena, secondo la<br />

legge musicale <strong>del</strong>la prima. Già nella prima Soledad<br />

quando da poco salvo dal naufragio il pellegrino trova<br />

dopo non breve e non facile cammino, chi lo alberga,<br />

è trasportato ad esclamare<br />

Oh bienaventurado<br />

albergue a cualquier hora,<br />

motivo, nel senso e nella rima, che si svilupperà per<br />

tre strofe consecutive legate tra loro dal ritornello e<br />

dall'unione <strong>del</strong>l'ultimo verso <strong>del</strong>la strofa col primo <strong>del</strong><br />

ritornello, dal secondo <strong>del</strong> ritornello col primo <strong>del</strong>la<br />

strofa, ma si che prima e terza hanno distribuzione similare<br />

di settenari ed endecasillabi, la seconda e più<br />

lunga di due versi e un po' più ricca di rime; ed ancor<br />

questa creazione è prova <strong>del</strong>la signoria <strong>del</strong> Gòngora<br />

sul ritmo. Quando però non più l'empito di una passione,<br />

ma l'ordinata gioia di un coro di giovani e di donzelle<br />

dovrà esprimere, con un canto amebeo, ai giovani<br />

fidanzati i voti augurali per le nozze imminenti,<br />

pregando l'intervento d'Imeneo, allora per sei volte,<br />

strofe di tredici versi di sonori endecasillabi, solo in<br />

SANVISENTI 3

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