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Le soledades del Góngora. Studio, testo e versione

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dades; forse maggiori se ne sono date per quella <strong>del</strong><br />

<strong>Le</strong> Grazie. Più le ripensammo,meno ci parvero soddisfacenti;<br />

tutte macchiate <strong>del</strong> medesimo difetto: cause<br />

esterne. Mutamenti di vita, malanni, difficoltà, non<br />

hanno mai agito sul genio poetico come sterilizzanti,<br />

anzi la tempesta interna dalle tempeste esterne sempre<br />

trasse la ragione <strong>del</strong>la grande evasione <strong>del</strong>l'arte e il<br />

germe fecondo <strong>del</strong> proprio mondo creato. Il Polifemo è<br />

sul piano <strong>del</strong>le Soledades, ma non è le Soledades;<br />

per<br />

quanto avviso, diligenza, acutezza di critici ne stabiliscono<br />

le analogie, il distacco è grande; la relazione<br />

è tutta in ciò che dal Polifemo il Gòngora si innalza a<br />

un ultimo, finale superamento, si lancia a quello zenit<br />

che audace il suo spirito voleva unico, toccare. Ne<br />

sentì la volontà, potè anche ritenere d'averne la possa,<br />

ma sconsolato confessa che a tanta fede al suo sogno<br />

non resta altro compenso che la morte violenta e la<br />

esangue salma abbia l'oceano per tomba e per monumento<br />

le gigantesche catene dei monti. È quell'ocre<br />

nell'arte dal Polifemo alle Soledades che ne spiega la<br />

differenza. Forse fu così anche nel Foscolo dai Sepolcri<br />

alle Grazie, nei limiti e nelle forme <strong>del</strong>la sua persona<br />

poetica e <strong>del</strong> suo genio. Nei Sepolcri il Foscolo<br />

aveva tradotto in nuovo splendore d'immagini viventi<br />

nell'armonia sciolta d'un verso, che solo e sempre s'adegua<br />

al movimento <strong>del</strong>lo spirito, il senso melanconico<br />

nostalgico <strong>del</strong> ricordo dei morti, la immortalità eroica<br />

e l'universalità <strong>del</strong>l'eterno dolore, e il suo mondo creato<br />

corrispondeva a palpiti di cuori umani, a nobiltà<br />

d'anime umane, a storia e memorie di spiriti umani.<br />

Nel <strong>Le</strong> Grazie, malgrado i propositi via via affermati,<br />

il ventennale tormento <strong>del</strong>la concezione, il poeta si<br />

mise <strong>del</strong>iberatamente di fronte a un assoluto e un<br />

astratto: la bellezza, cantata in sè, in una espressione

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