Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon
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Elemento fondamentale nel mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>l’economista statunitense è il mettere le<br />
<strong>per</strong>sone al centro <strong>del</strong>lo sviluppo: “Lo sviluppo deve trasformare la vita <strong>del</strong>le <strong>per</strong>sone<br />
e non soltanto l’economia; <strong>per</strong> questo occorre analizzare le politiche occupazionali e<br />
scolastiche attraverso <strong>una</strong> doppia lente, valutando in che modo promuovono la<br />
crescita e come influiscono direttamente sulla vita <strong>del</strong>la gente.” (2006, p. 52).<br />
Le decisioni degli organismi internazionali non possono ignorare le comunità locali e<br />
la capacità autoctona di incentivare lo sviluppo <strong>del</strong>le proprie potenzialità.<br />
Il problema principale <strong>per</strong> affrontare queste tematiche è la governance. Il naturale<br />
squilibrio tra politica ed economia in un mondo globalizzato, dove la seconda cambia<br />
nettamente più velocemente <strong>del</strong>la prima, porta a questa forte discrasia dove la<br />
politica rimane assolutamente indietro. “abbiamo un sistema caotico e scoordinato di<br />
governance globale che si riduce a <strong>una</strong> serie di istituzioni e accordi che trattano di<br />
determinati problemi, dal riscaldamento <strong>del</strong> pianeta al commercio internazionale,<br />
passando <strong>per</strong> i flussi di capitale. I ministri <strong>del</strong>le Finanze discutono le questioni che<br />
attengono al loro ambito presso l’FMI, senza preoccuparsi di come le loro decisioni<br />
influiscano sull’ambiente o sulla salute mondiale. I ministri <strong>del</strong>l’Ambiente possono<br />
chiedere che si faccia qualcosa <strong>per</strong> limitare il riscaldamento globale, ma mancano le<br />
risorse <strong>per</strong> agire in concreto”. “La governance è il nucleo centrale <strong>del</strong> fallimento<br />
<strong>del</strong>la globalizzazione”. “Nel lungo <strong>per</strong>iodo, i cambiamenti più necessari <strong>per</strong>ché la<br />
globalizzazione si metta veramente a funzionare riguardano le riforme finalizzate a<br />
ridurre il deficit di democrazia”.(2006, p.21, 103, 323)<br />
Per auspicare ad <strong>una</strong> globalizzazione che funziona veramente quella attuale deve<br />
essere profondamente riformata e Stiglitz anticipa quali siano le riforme più urgenti:<br />
la diffusione <strong>del</strong>la povertà, gli aiuti internazionali e la cancellazione <strong>del</strong> debito,<br />
l'aspirazione a un commercio equo, i limiti <strong>del</strong>la liberalizzazione economica, la tutela<br />
<strong>del</strong>l'ambiente, un sistema di governo globale.<br />
Stiglitz si concentra soprattutto sugli effetti nefasti di alcune politiche<br />
protezionistiche o corporative che creano gravi distorsioni nel commercio<br />
internazionale. Non ci si può esprimere a favore o contro la liberalizzazione dei<br />
mercati a prescindere, senza considerare il contesto in cui questi mercati o<strong>per</strong>ano. “In<br />
parte, il libero commercio non ha funzionato <strong>per</strong>ché non l’abbiamo provato: i trattati<br />
commerciali <strong>del</strong> passato non sono stati infatti né liberi né equi.” (2006, p.66)<br />
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