Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon
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L’economista americano si concentra sulla insanabile distanza tra l’economia e i<br />
mezzi primari o il loro tasso di utilizzazione. La distanza tra un’economia<br />
“intermedia” è le basi stesse <strong>del</strong> mondo fisico (e le sue leggi).<br />
Secondo Daly “la natura <strong>del</strong> Fine Ultimo limita, infatti, la desiderabilità di <strong>una</strong><br />
continua crescita economica, mentre la natura dei mezzi primari ne limita la<br />
possibilità.” (p.31).<br />
L’autore si concentra, come si è visto, soprattutto sul primo problema dimostrando<br />
che la scarsità assoluta rende impossibile, a un certo momento, la crescita e<br />
l’ulteriore soddisfacimento di bisogni relativi, che si autoneutralizzano, rende la<br />
crescita inutile o indesiderabile.<br />
Interessante è il rapporto, evidenziato dall’economista americano, tra la povertà e la<br />
crescita: “Il <strong>per</strong>manere di bisogni assoluti insoddisfatti tra i poveri è un argomento<br />
più a favore <strong>del</strong>la ridistribuzione che di un’ulteriore crescita. Qualora quest’ultima<br />
fosse rivolta, fondamentalmente, al soddisfacimento dei bisogni relativi dovrebbe<br />
fronteggiare un grave dilemma. Se il prodotto che risulta dalla crescita complessiva è<br />
distribuito equamente allora il soddisfacimento dei bisogni relativi è cancellato<br />
<strong>per</strong>ché nessuno può migliorare la propria posizione relativamente a quella degli altri.<br />
Per evitare tale risultato, coloro che stanno relativamente meglio devono migliorare<br />
la propria posizione, cioè deve aumentare la disuguaglianza. Dopo un certo punto, la<br />
crescita rivolta al soddisfacimento dei bisogni relativi deve sfociare in <strong>una</strong> crescente<br />
inutilità, o in <strong>una</strong> crescente disuguaglianza oppure in <strong>una</strong> combinazione di entrambe<br />
le situazioni”(p.62).<br />
L’allontanamento, già incontrato nei capitoli precedenti, <strong>del</strong>l’economia dall’etica, e<br />
quindi dai principi morali e dai fini può essere ricucito da un’economia <strong>del</strong>lo stato<br />
stazionario che è basata su principi morali quali l’umiltà, l’olismo e il sa<strong>per</strong>si<br />
accontentare.<br />
Daly individua, più precisamente, tre limiti biofisici alla crescita: esauribilità,<br />
entropia ed interdipendenza ecologica. “L’economia, nella sua dimensione fisica, è<br />
un sottosistema a<strong>per</strong>to <strong>del</strong> nostro ecosistema finito e chiuso, che agisce sia come<br />
fonte <strong>del</strong>le sue materie a basso livello di entropia sia come bacino ricettivo dei suoi<br />
rifiuti ad alto livello di entropia.” (Daly, 2001, p.46). Alla luce di ciò, la crescita <strong>del</strong><br />
sistema economico è limitata dalla dimensione fissa <strong>del</strong>l’ecosistema che lo ospita<br />
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