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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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ilevanti. Nella realtà, il consumatore non è mai stato sovrano e non lo è neppure<br />

oggi. Potenzialmente <strong>per</strong>ò il consumatore ha oggi la capacità di inviare messaggi alla<br />

produzione <strong>per</strong>ché questa si adegui alle sue preferenze. Spendendo il suo potere<br />

d’acquisto in un modo piuttosto che nell’altro, il consumatore invia un segnale ben<br />

preciso a chi produce <strong>per</strong> indicargli non solo ciò che più gradisce che lui produca ma<br />

anche il modo in cui desidera che quel prodotto venga ottenuto. Tanto è vero che se il<br />

consumatore sa che certi beni sono prodotti in un modo che egli giudica eticamente<br />

contrario alla sua visione <strong>del</strong> mondo scatta la sanzione economica, ad esempio nella<br />

forma <strong>del</strong> boicottaggio o <strong>del</strong>la denuncia mediatica. Alla luce di quanto sopra, si può<br />

apprezzare l’importanza strategica, oltre che simbolica, di iniziative quali il consumo<br />

critico, gruppi di acquisto solidale, la finanza etica, le iniziative di asset building (di<br />

cui la microfinanza è l’esempio più noto).<br />

In definitiva, il punto da sottolineare è che non c’è solo il voto politico quale<br />

strumento di democrazia; c’è anche il voto economico, il cui senso è quello di portare<br />

dentro l’arena <strong>del</strong> mercato l’esercizio <strong>del</strong>l’opzione voice (nel senso di Hirschman 1 ).<br />

La democrazia economica postula che i consumatori possano indurre, con le loro<br />

decisioni di spesa, imprese e istituzioni ad o<strong>per</strong>are <strong>per</strong> il <strong>per</strong>seguimento di fini<br />

socialmente legittimati. E’ in ciò il senso profondo <strong>del</strong>la sussidiarietà fiscale e <strong>del</strong>le<br />

pratiche di “amministrazione condivisa”, tra cui “bilancio partecipato”, di cui<br />

abbiamo parlato nel capitolo precedente. (Zamagni, 2004)<br />

La democrazia economica non può non essere un elemento centrale <strong>del</strong> nuovo<br />

<strong>paradigma</strong> <strong>del</strong>lo sviluppo, poiché alla base di questo <strong>paradigma</strong> ci sono<br />

partecipazione attiva, coo<strong>per</strong>azione e sviluppo <strong>civile</strong> (e civico). Senza democrazia<br />

non c’è sviluppo <strong>civile</strong> e viceversa.<br />

L’importanza <strong>del</strong>la dimensione locale <strong>del</strong>lo sviluppo emerge in diversi punti di<br />

questo lavoro poiché lo sviluppo <strong>civile</strong>, basandosi su concetti quali la partecipazione<br />

<strong>civile</strong>, la coo<strong>per</strong>azione e la democrazia economica, necessita certamente di <strong>una</strong><br />

valorizzazione <strong>del</strong> capitale sociale di un territorio. Non bisogna mai dimenticare che<br />

lo sviluppo è inteso sia in <strong>una</strong> dimensione locale, sia in <strong>una</strong> dimensione globale e che<br />

gli effetti globali sullo sviluppo locale rivestono un’importanza fondamentale; se ci si<br />

1 Cfr. ad Hirschman: capitolo terzo<br />

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